Il vasetto e il profumo

DOMENICA DELLE PALME – Anno B

Marko Rupnik, L’unzione di Betania, cappella Dehoniani di Capiago

La storia che abbiamo ascoltato inizia con lo squisito gesto di amore di una donna che rompe un vasetto di alabastro e cosparge di profumo preziosissimo il capo di Gesù. Un gesto che richiama l’abbondanza, lo spreco, l’eccesso: quel profumo – alcuni lo fanno notare a Gesù – valeva più di trenta denari, equivalenti al salario di un mese di lavoro. Trenta denari è il prezzo della vendita di Gesù da parte di Giuda, il quale, proprio di fronte al gesto generoso della donna, prende la decisione di recarsi dai sommi sacerdoti per consegnare loro Gesù. E Gesù, invece, proprio da quel medesimo gesto prende spunto per iniziare dal Cenacolo il dono di sé, un dono abbondante, esagerato, totale.

Gli uomini di lì a poche ore romperanno il vasetto di alabastro sulla croce e da quel legno di morte si sprigionerà un profumo che andrà ad inondare il mondo intero. Ma, come una sola donna aveva anticipato quel dono nel suo amorevole gesto di venerazione al capo di Gesù, così un solo uomo – il centurione romano, un pagano dunque – sembrerà avvertire il profumo di Dio diffondersi dal legno della croce: solo lui, infatti, «avendolo visto spirare in quel modo, disse: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”».

Fra il gesto di quella donna e le parole di quest’uomo è racchiusa la storia della nostra salvezza. Una storia in cui siamo chiamati a leggere tutti i nostri dolori, ma da cui scaturisce anche ogni nostra speranza. Se il Padre celeste avesse pronunciato una parola e fosse intervenuto in qualche modo a impedire la croce di suo Figlio o anche solo ad alleviarla, avremmo potuto dar credito alle nostre lamentele circa il Dio assente e anche un poco distratto che continua a metterci alla prova. Invece, Dio tace, e il Figlio consegna tutto al Padre, dandoci l’esempio non da una cattedra universitaria ma dal legno della croce.

A noi in questa Settimana Santa non resta altro da fare che rompere il vasetto duro delle nostre abitudini pagane e versare il nostro tempo come prezioso profumo sulla vicenda di Gesù. Ripromettiamoci di seguirlo, nelle celebrazioni del Triduo pasquale.

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