Dio è più grande del nostro cuore!

BATTESIMO DEL SIGNORE – Anno B

Quella che il vangelo odierno ci ha presentato è l’ultima scena del ciclo natalizio, ma Gesù non è più un bambino, è già grande e va al Giordano a ricevere il battesimo impartito da un suo parente, Giovanni. Una scena, questa, che ci riporta all’inizio dell’Avvento, quando questo stesso personaggio ci ha invitato a preparare la strada al Signore. Il primo incontro tra Gesù e Giovanni si era avuto quando i due erano ancora nel grembo delle loro madri, Maria ed Elisabetta. Ora, s’incontrano di nuovo per quello che è l’evento centrale della vita di Giovanni Battista: essere l’occasione per il manifestarsi della missione di Gesù. Giovanni è soltanto una freccia rivolta al Cristo. Egli lo sa e, infatti, continua a riferirsi ad uno che viene dopo di lui e che è più grande di lui, più forte di lui: è Gesù, il quale si mischia alla folla di quanti vanno al Giordano a farsi battezzare, riceve – per solidarietà con il genere umano – quel battesimo di cui non aveva bisogno (in quanto era senza peccato) e ascolta le parole del Padre che lo confermano circa il cammino da compiere: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Con questo atto, Gesù inizia il suo ministero.

La festa odierna ci aiuta a riflettere sul significato del nostro battesimo. Esso rischia di essere un atto… di battesimo, cioè un semplice documento firmato dai nostri genitori su un registro parrocchiale. Oppure una fotografia sull’album che ci permette di ricordare qualcosa di cui altrimenti non saremmo consapevoli, visto che quando siamo stati battezzati eravamo troppo piccoli per ricordarcene. Invece, il battesimo è un momento importantissimo della nostra vita, il cui beneficio si estende ben oltre il rito. Esso rappresenta il «di più», il valore aggiunto che i nostri genitori hanno voluto dare alla nostra vita. Intendiamoci, una nuova vita che nasce è già un «di più» rispetto al padre e alla madre che, amandosi, fanno, per così dire, da interpreti alla volontà di Dio di creare una nuova vita. «Il bambino è qualcosa di più della combinazione dei cromosomi del padre e della madre, qualcosa di più del frutto dell’unione di due persone, è qualcosa di completamente nuovo… Non è semplicemente il prodotto di quelle due persone, è un nuovo essere vivente: si tratta di una creazione» (Joseph Ratzinger). Eppure, questo «di più» è ancora racchiuso nell’ordine di una nuova vita che nasce e che è destinata a morire. Papà e mamma cristiani decidono, allora, di innestare questa nuova vita nella vita di Gesù, nella piena consapevolezza di restituirla a Colui da cui quella vita è venuta. In un certo senso essi continuano a fare quello che ha fatto Giovanni Battista: mettono la vita in quel «di più» che è Cristo. Con il battesimo del loro bambino, ripetono le sue parole: «C’è uno che è più forte di noi, e a Lui noi affidiamo nostro figlio». È un gesto stupendo, carico di speranza, quello del battesimo dei bambini, reso possibile in un certo senso da quel gesto inconsueto del Figlio di Dio che si lascia battezzare da Giovanni. «Perché da quando il Figlio si è fatto battezzare il cielo è realmente aperto e continua ad aprirsi. Da allora non lanciamo più il nostro grido nell’ignoto, ma possiamo porre questa nuova vita nelle sue mani, nelle mani forti di Colui che è più forte delle potenze oscure del mondo. È lui stesso che accoglie una nuova vita tra le sue braccia» (Joseph Ratzinger). Certo, decidere di battezzare un bambino significa, poi, per papà e mamma onorare l’impegno educativo che ne consegue. E per quel bambino battezzato, una volta divenuto adulto, significa svolgere il tema del battesimo nella vita quotidiana, completando il battesimo con la grazia degli altri sacramenti, l’Eucaristia innanzitutto.

Comprendiamo perché questa festa del Battesimo del Signore chiuda il ciclo natalizio: il battesimo rappresenta la certezza che Gesù abita il tessuto concreto della nostra vita e condivide sino in fondo la nostra natura umana. Inoltre, questa festa regala al nostro itinerario di Avvento e Natale una certezza di fondamentale importanza: il nostro è un cuore che veglia, che prepara, che testimonia, che accoglie, che si rallegra, che offre: ma – non dimentichiamolo mai – Dio è più grande del nostro cuore!

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