Quegli assurdi «mi piace» al femminicidio…

I social network hanno uno strano privilegio: riescono a dare un tocco di “novità” mediatica, a stendere una pennellata di cattivo gusto, che prima era impensabile! Siamo a Postiglione, un paese di neanche mille abitanti nel salernitano. A poche ore dalla celebrazione altisonante della Giornata contro la violenza nei confronti delle donne – con le bacheche Facebook piene per l’occasione di frasi fatte condivise e “piacciate” da milioni di utenti – ieri un uomo di 32 anni ha ucciso con diverse coltellate all’addome la ex moglie, al termine di un furibondo litigio avvenuto nell’abitazione di lei. Ennesimo fatto di cronaca nera, ennesimo femminicidio, esecrato e condannato con quante più parole si possono dire o pensare.

Se non fosse che, come altri milioni di italiani, l’omicida aveva un profilo Facebook su cui ha praticamente annunciato – non si sa ancora se prima o dopo il delitto – il suo odio e il suo gesto di morte con un post contro la donna. Ebbene, sembra che i «mi piace» siano fioccati sino a superare in poco tempo quota 300… prima che la bacheca dell’omicida venisse oscurata. Ora, si sa che il mondo è pieno zeppo di deficienti e 300 firme sono da considerarsi solo un piccolo campionario. Ma, aldilà del caso specifico, posso assicurare – da utente del popolare social network – che la pratica del «mi piace» è riuscita a banalizzare anche quella preziosa prerogativa umana di saper apprezzare qualcosa che si ritiene bello, simpatico, giusto o vero. Sì, ormai è ridotta ad un click istintivo, tanto che anche il mio gatto può essere considerato più pensieroso di fronte alla ciotola del cibo, e capace di un’assennatezza che alcuni umani viventi perennemente su Facebook hanno perso.

Ovviamente, vi sono persone che sanno utilizzare bene la bacheca del social network, creando occasioni di confronto e destando con intelligenza anche il sorriso, ma non sono affatto pochi gli sguaiati, i volgari, i buontemponi, gli impulsivi, i pressappochisti che usano Facebook come un cestino per i propri maleodoranti istinti o per offendere persone o istituzioni, e che creano assurde passerelle per sé (o, ancora più grave, per i propri figli, messi in vetrina come fenomeni sportivi o scolastici), facendoci sapere che cosa hanno mangiato, quanto hanno camminato e a che strepitosa velocità, dove sono, che cosa stanno facendo, con chi ce l’hanno (a suon di parolacce scritte in diretta), e così via. Tutto per avere qualche «mi piace», un po’ di fama, una pacca mediatica dagli amici… Già. La cosa più grave è che ci ostiniamo a chiamarli «amici», senza accorgerci che così facendo stiamo turlupinando l’amicizia, che è una cosa seria che si dà alle persone serie…

Di piazze e di stadi che alimentano l’istintualità umana ne abbiamo già tanti, ma può essere ancora più pericoloso se una piazza virtuale come Facebook diventa lo sfogo di milioni di «ego» malati, in cerca di notorietà. È  troppo chiedere a chi frequenta Facebook e ha un po’ di senno di isolare gli imbecilli, i maleducati e i violenti e di non “piacciare” a caso su qualunque stupidaggine venga postata? Solo questo è essere uomini e donne veramente liberi…

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2 thoughts on “Quegli assurdi «mi piace» al femminicidio…

  1. Sono sicuro che il suo gatto, come i miei, sia più intelligente di tante “persone”. A proposito… se ha tempo le chiederei una piccola preghiera per la mia gatta Polda che purtroppo mi ha lasciato all’improvviso. Grazie.

  2. Mi scusi Don Agostino: ci cascano quasi tutti nel Facebook ma che sollievo riuscire a staccare la spina da questo social network e scoprire con infinita pazienza che ci sono, non so come chiamarli, dei siti come il Suo che accompagnano così bene nel cammin di nostra vita.

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