Sesta Domenica del Tempo Ordinario. Ma io vi dico…

«Ma io vi dico…». La frase, di per sé, si presta a tanti usi. Oggi quel «ma» che sta all’inizio di una frase solitamente introduce un ribasso. Il papà ti ha detto di comportarti bene, ma io ti dico che puoi anche fare a meno di ascoltarlo… La mamma ti ha chiesto di aiutarla, ma io ti dico che puoi anche non ascoltarla… Fino a quegli enunciati che oggi vanno tanto di moda: il Vangelo ti indica tanti comandamenti, ma io ti dico che se vuoi essere libero ti conviene fare di testa tua… Proprio così: il modo di pensare di oggi tende ad abolire le regole, i precetti, e, se proprio non può eliminarli, gioca al ribasso e, togli una parola oggi e togli una parola domani, li annacqua al punto che non hanno più alcun sapore. Un po’ come il sale di cui ci parlava domenica scorsa Gesù nel vangelo.

È fantastico, allora, per noi avere un Gesù che, invece, quel «ma io vi dico» lo usa per chiederci di più e per aiutarci a rendere i comandamenti una esigenza che scaturisce dal di dentro e non un obbligo calato dall’alto. Il papà ti ha detto di comportarti bene e la mamma ti ha chiesto di aiutarla, ma io ti dico che devi comportarti bene e devi aiutare la mamma non perché te lo ha detto il papà o te lo ha chiesto la mamma, ma perché è bello, perché comportarsi bene ti rende migliore e rende più sereno il mondo intorno a te…

È esigente Gesù? Certo, ma lo fa per renderci davvero liberi e buoni. Perché, vedete, basta davvero poco per essere cattivi. Basta una parola cattiva radicata nel cuore a “uccidere” una persona: non la si uccide fuori, ma la si uccide dentro. Basta anche una parola buona non detta per diventare cattivi. I peccati possono essere azioni e parole, ma possono anche essere omissioni: vedere che posso dire o fare qualcosa, e nascondermi, stare in silenzio, mettere le mani in tasca, voltare le spalle, questa è omissione. Quante volte ci comportiamo così e poi ci consoliamo dicendo a noi stessi: ma io non ho fatto nulla di male, non ho offeso nessuno, non ho picchiato nessuno. Sì, ma non hai nemmeno fatto il bene che potevi e dovevi fare, ti sei vergognato di dire una parola di Gesù quando invece andava detta.

Qual è lo scopo di Gesù nel dirci le parole che abbiamo ascoltato nel vangelo di oggi? A proposito, questo discorso è famoso ed è conosciuto come il «discorso della montagna». Chissà perché quando si devono dire cose importanti, c’è bisogno di salire in alto, dove l’aria è più fine, dove i polmoni respirano meglio, dove il cuore si sente più sereno. Quel discorso di Gesù è importantissimo per la nostra vita: quel giorno, infatti, egli ha proclamato le Beatitudini ed ha insegnato la preghiera del Padrenostro. Lo scopo di quel discorso era quello di insegnare alla folla come si può essere felici. Non è facile, e bisogna prima di tutto fidarsi di Gesù. Tante volte ci accorgiamo di essere insoddisfatti e infelici e, se analizzassimo i nostri pensieri e le nostre azioni, scopriremmo che lo siamo perché non ci stiamo fidando degli insegnamenti di Gesù. Vogliamo fare di testa nostra e crediamo che le cose che ci dice Gesù sono superate e difficili da mettere in pratica. Il problema vero è proprio fidarsi: se ti fidi di una persona, anche se ti chiede di fare qualcosa di impegnativo e difficile, cerchi di farlo solo perché te lo ha chiesto quella persona, e magari poi ti accorgi che non era così difficile come pensavi.

Questo è quello che oggi voglio dire anche a Yupin, che ha deciso di fidarsi di Gesù, e vuole conoscerlo meglio e seguirlo nella sua vita. Voglio dirle che ha fatto bene a fidarsi di Cristo, e che sono molto contento di averla accolta qui in chiesa per il cammino che vuole compiere nei prossimi due mesi. Certo, lei in chiesa ci veniva già tutte le domeniche, ma ora è qui in un modo tutto nuovo, è al centro della nostra gioia e della nostra preghiera, perché si sta preparando a ricevere il Battesimo, la Cresima e l’Eucaristia. Tutta la comunità deve sentirsi impegnata ad accompagnare con la preghiera questo itinerario di fede. Ma soprattutto a voi bambini che vi state preparando alla Prima Comunione e anche a voi ragazzi del gruppo della Cresima, chiedo di sentire la presenza amica di questa sorella maggiore che condivide lo stesso vostro cammino.

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