Quando arriva la solennità di Pentecoste, i cristiani si ricordano dello Spirito Santo, almeno una volta all’anno. Mentre le feste di Gesù sono tante e disseminate lungo l’anno, la festa dello Spirito è una sola e relegata alla fine del tempo pasquale, in un periodo dell’anno in cui siamo già tutti un poco attratti dall’estate e dalle vacanze. La Pentecoste assomiglia così a quella che per ciascuno di noi è la festa del compleanno: ve n’è una sola all’anno, ma in realtà si tratta di una finzione, perché l’anno non si consuma di colpo nel giorno del compleanno, ma poco per volta nei 365 giorni passati dal precedente compleanno. È così anche dello Spirito: agisce sempre, giorno per giorno, e non scende sulla terra un giorno all’anno, quasi che oggi, festa di Pentecoste, sia il suo compleanno e accendiamo le candeline sulla torta. Vorrei allora che ci soffermassimo oggi a riflettere sui segni di questa presenza quotidiana dello Spirito Santo che attraversa tutta quanta la storia umana, regalandole la freschezza e la novità dell’azione di Dio e la continuazione sempre attuale della incarnazione di Gesù. Lo Spirito Santo è esattamente questo: Gesù Cristo sempre presente in mezzo a noi, come ha detto egli stesso: «Il Padre vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre». Paraclito, cioè uno «chiamato a starci vicino»: Gesù è il primo Paraclito, lo Spirito è l’altro Paraclito.
Lo Spirito Santo è la forza che ci fa alzare ogni mattina per compiere i nostri doveri quotidiani, mamma e papà per il lavoro, i bambini e i ragazzi per la scuola. Talvolta è faticoso aprire gli occhi e vedersi già addosso il peso della giornata con gli impegni e le prevedibili fatiche. È vero, arriva anche la domenica, e allora lo Spirito ci sveglia indirizzandoci a vivere il tempo della festa, convenendo innanzitutto qui alla celebrazione eucaristica della comunità. Un cristiano non potrebbe fare a meno di questa forza rigenerante dello Spirito, che abita la profondità di ciascuno di noi e costruisce la vita quotidiana, come i mattoni messi l’uno sull’altro nella edificazione della casa. La distrazione e la pigrizia cercano di smorzare questa forza, ed ecco perché la preghiera diventa come la fiamma che sa riaccendere il calore dello Spirito nella nostra vita. Una giornata senza preghiera rischia di essere spenta e smorta, è una giornata senza memoria e senza progettualità.
Lo Spirito Santo è il fuoco che alimenta tutto il nostro amore. Anche in questo caso, è un fuoco che deve essere acceso ogni giorno. Non si ama una volta sola all’anno, ma in ogni minuto del giorno. Il fuoco del matrimonio deve essere perennemente acceso in tutte le sue componenti, perché nessun amore può nutrirsi di cenere fredda. Il fuoco dell’amicizia deve alimentarsi con le parole, gli incontri, gli abbracci e non può sperare di vivere dentro il flusso di chat pettegole e fredde. Il fuoco dell’educazione ha bisogno di tempo e di qualità di rapporti e deve essere continuamente nutrito con il coraggio e con la pazienza, le due virtù necessarie all’educatore che non vuole fare solo l’amicone o la baby-sitter. Nelle nostre giornate si incrociano molteplici rapporti, di simpatia o antipatia, di affetto o di rispetto, di stima o di sospetto. Gesù vuole che tutte le nostre relazioni siano impastate di amore, e lo Spirito Santo è colui che spinge in questa direzione, sino all’amore dei nemici (e non perché sono diventati improvvisamente amici…).
Lo Spirito Santo è il vento che scombussola i nostri piani troppo precisi o troppo monotoni, facendovi entrare la fantasia di Dio. Ci capita talvolta di trovare in noi un coraggio sconosciuto in un momento di fatica o una gioia insperata in una fase di desolazione o una tristezza interiore in un momento di apparente allegria. È il vento dello Spirito che soffia dove vuole e ci indirizza ai crocicchi di Dio, tirandoci fuori dai nostri viottoli troppo angusti o dalle nostre autostrade troppo veloci. Se seguiamo queste folate di vento, senza opporre resistenza, diventiamo creature dello Spirito che sanno trasmettere l’aria fresca di Dio sin dentro le stanze del mondo in cui l’aria è spesso viziata da troppe chiusure di porte e finestre.
Ogni anno a Pentecoste celebriamo questa forza, questo fuoco, questo vento. E lo invochiamo, compagno di ogni giorno.
grazie don Agostino per la verita’ di queste parole!
Raffaella
Che bellezza Don Agostino! E’ molto utile tenere in casa il libro ” Preghiere allo Spirito Santo ” altrimenti come si fa’ a imparare a pregarlo, non basta solo invocarlo dicendo :” Per favore Spirito Santo intervieni in questa situazione…..”