Alle ore 20 di questa sera – quando termina la sua giornata di lavoro, come ebbe a dire padre Lombardi – Benedetto XVI lascia il ministero petrino. Sembra inutile aggiungere altre parole alle tante dette e scritte in questi giorni. Eppure la grandezza di questo Papa – che qualcuno giudicò inadatto a raccogliere l’eredità di Giovanni Paolo II – sta proprio nel fatto che ha voluto farsi salutare da vivo e che ciascuno di noi – almeno di quelli che lo hanno seguito in questi otto anni, ascoltando e leggendo quanto ci ha detto e scritto – avrebbe un suo saluto da rivolgergli, magari legato ad un ricordo particolare del suo breve ed intenso pontificato.
Io un ricordo ce l’ho, una sensazione di bellezza e di novità che continua ad allargarmi il cuore e a nutrire la mia speranza. Ed è legato a filo stretto alla prima enciclica sull’amore. Rimasi colpito di come un Papa – giudicato freddo, ma era il pensiero dei soliti saccenti – parlava di ciò che costituisce la materia di ogni conversare, e forse il desiderio che inabita il profondo di ogni uomo e donna che vive sotto il cielo. Parlava – soprattutto nella prima parte – non di carità, ma di amore. E ne parlava con un coraggio che nessun Papa aveva mai avuto prima, togliendo l’eros dall’inferno in cui lo abbiamo messo, e donandogli una dignità che neppure Dio disdegna. Parole stupende che in questi anni ho riletto più volte (lasciandomi condurre anche dal commento sapiente che ne aveva fatto un altro uomo di Dio innamorato dell’amore, il cardinal Angelo Scola).
Ebbene, se questa sera riuscirò a trattenere le lacrime, quando per l’ultima volta, tra poco, presiedendo l’Eucaristia, pregherò «per il nostro papa Benedetto», è solo in forza della profezia di quelle parole contenute nell’enciclica Deus caritas est. La gratitudine dura da sette anni, da quando lessi quelle parole che – credo – non abbiano ancora trovato la loro piena fecondità nel terreno della Chiesa. E la gratitudine a papa Ratzinger diventa dunque speranza che il nuovo pontefice, che lo Spirito ci donerà nel prossimo Conclave, possa continuare quel solco e irrigare quel seme. Grazie papa Benedetto, papa dell’amore!
Grazie Papa Benedetto, Grazie don Agostino
MI hai commosso don Agostino, con queste tue parole a ricordo!
E mi sono pure commosso nel vedere il vecchio Papa lasciare il Vaticano.