
L’affresco della Madonna del Latte conservato nella sagrestia della chiesa di Santa Brigida a Ponzate
Dopo la pubblicazione del post in cui ho parlato dell’affresco nella sagrestia della chiesa di Ponzate e della porta aperta nella parete (immagine che ho utilizzata per dire qualcosa sulla nostra Chiesa di Como), mi è stato chiesto di aggiungere qualche informazione su quel mirabile affresco della “Madonna del Latte” che, per fortuna, restaurato nel settembre 1998 (con il contributo delle Seterie Argenti di Tavernerio in memoria dell’ing. Alberto Viganò), risplende ancora in tutta la sua bellezza.
L’affresco risale probabilmente ad un epoca che potrebbe essere la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. L’autore è ignoto, così come l’effettiva entità dell’opera nel suo complesso (sono rimasti, oltre a San Rocco, solo alcuni lacerti che rappresentano scene dei Novissimi) . Recentemente, nel 2005, la “Madonna del Latte” di Ponzate è stata recensita nel volume di Natale Perego intitolato Una Madonna da nascondere e dedicato proprio alla devozione e all’iconografia in Brianza, nel Lecchese e nel Triangolo Lariano (volume pubblicato da Cattaneo Editore di Oggiono). A questo testo si può utilmente ricorrere per conoscere la storia religiosa e iconografica della “Madonna del Latte” e le vicende relative allo svilupparsi della devozione nel nostro territorio. Altre informazioni si trovano anche nella Rete.
Dovremmo andare tutti in sagrestia a contemplare la nostra “Madonna del Latte”. Un affresco che intere generazioni di ponzatesi hanno avuto quotidianamente davanti agli occhi sulla parete di quella che era la vecchia chiesa. Un modo di dipingere Maria con il bambino Gesù che, ad un certo punto della storia della Chiesa, è stato considerato scandaloso, e, quindi, da nascondere allo sguardo dei fedeli. Una donna che allatta il suo bambino, invece, è una catechesi vivente: è l’icona più bella di come la vita possa essere nutrimento per un’altra vita. La madre dà una parte di se per nutrire un’altra creatura; non esaurisce la sua fonte, anzi perennemente la rinnova, e il bambino, felice, cresce. Siamo di fronte al miracolo della dipendenza. Stupisce sempre che il Figlio di Dio non abbia voluto fare a meno di un concepimento, di quei nove mesi nel grembo di una donna, di un parto, e delle poppate al seno della mamma.
Davanti a questa icona di Maria che allatta viene da pregare per tutte le mamme in attesa, per tutte le mamme che da poco hanno avuto la gioia di una nascita e magari allattano i loro bambini. E ancora per tutte le mamme che hanno perso il loro bambino nel grembo materno, per quelle che, vinte dall’egoismo e attanagliate dalla solitudine, hanno ucciso la vita che portavano in grembo. Vien da pregare anche per le mamme che non possono avere bambini. E per tutte le donne, soprattutto per quelle giovani che si spalancano ora sul mistero della vita, perché riscoprano nella maternità il segreto della loro bellezza e della loro femminilità. Ogni comunità cristiana possa godere sempre della presenza dei bambini, vera benedizione del Signore.
Con san Pier Damiani, davanti alla “Madonna del Latte” diciamo: «Beate quelle mammelle che, mentre somministrano del semplice latte alle puerili labbra, nutrono colui che è il cibo degli angeli e degli uomini. Esse stillano una misera sostanza liquida e intanto danno vigore al Creatore del mondo».