Isaia, Giovanni e Maria

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(Foto AC) Le tre Cime di Lavaredo. Tre testimoni come Isaia,Giovanni Battista e Maria

Ho voluto unire in un’unica riflessione la seconda domenica di Avvento e la solennità mariana che la segue immediatamente.

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Il destino di Maria e il nostro

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Madonna con Bambino al passo del Lucomagno (Foto AC)

La prima lettura (tratta dal libro dell’Apocalisse) è un testo di non facile interpretazione. Si parla di due segni «nel cielo», ovvero si vuole riferire il compimento della storia.

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L’unica cosa di cui c’è bisogno

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La roccia e la bellezza (©Foto AC)

«Di una cosa sola c’è bisogno». Gesù lo dice a Marta che «era distolta per i molti servizi». Distolta da che cosa? Distolta dall’ascolto della parola di Gesù, che invece è la parte scelta da Maria. Le due sorelle di Betania, così, senza volerlo, sono diventate – per noi che amiamo le scene in bianco e nero – il simbolo del conflitto tra fare e pensare, o meglio tra azione e contemplazione.

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Tre piccoli pensieri

Botton d’oro (Foto AC)

Tre piccoli pensieri per tentare di condensare il senso di questa festa che solitamente viene celebrata di sera. Quest’anno cade in domenica, ma forse abbiamo ugualmente iniziato entrando in chiesa con le candele accese, quelle del nostro battesimo.

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Gesù ha imparato ad essere figlio

(Foto AC)

Spesso di questa pagina evangelica si ricorda giustamente che è una sorta di anticipazione simbolica dell’ultima Pasqua di Gesù: il riferimento ai tre giorni dell’angoscia dei genitori alla ricerca del figlio smarrito anticipa il buio del sepolcro che sta tra la croce e la risurrezione.

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È Dio e ci assomiglia!

(Foto AC)

«È Dio e mi assomiglia». L’espressione è messa in bocca a Maria che contempla il Bambino Gesù appena partorito, in un testo teatrale del filosofo francese Jean-Paul Sartre, scritto in un campo di prigionia nel Natale del 1940.

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L’abbraccio di attesa e compimento

Il gruppo del Sella al tramonto visto da Selva Gardena (Foto AC)

L’incontro di due donne. L’incontro di due feti. L’incontro di due storie. Questo avviene nella casa di Zaccaria. Siamo soliti parlarne come della Visitazione. Va bene. A patto di intendere questo evento non come un semplice gesto di cortesia e di servizio di Maria verso la cugina Elisabetta.

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Dentro un disegno più grande

(Foto AC)

L’Avvento è come un sentiero che risale la montagna. Un sentiero tutto particolare, perché il punto da cui siamo partiti non è il principio e il punto in cui arriveremo non è la fine. Ebbene, capita che il sentiero raggiunga un pianoro verdeggiante che invita alla sosta: da lì si gode un panorama immenso che spazia ben prima di dove è iniziata la nostra escursione e permette di intravvedere ben oltre la meta che dobbiamo raggiungere. La festa dell’Immacolata è questo punto prospettico lungo il sentiero dell’Avvento.

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Maria e il tesoro nel campo

Baita Segantini e Pale di San Martino (Foto AC)

In questa giornata la Chiesa celebra la gloria di una donna, e lo fa non perché ella abbia compiuto chissà quale impresa, ma solo perché, con la sua umile disponibilità, ha permesso che qualcosa di grande si compisse in lei per mano divina.

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Nel raggio dello sguardo di Gesù

Mare di nebbia (Foto AC)

C’è una parola che manca in questo vangelo. Essa è come sottintesa ma è la più importante, perché ci aiuterebbe a superare quella incomprensione verso Gesù che hanno gli scribi, ma soprattutto i parenti, con in testa la madre.

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