Questo vangelo inizia in un modo e poi prende una piega inaspettata. Inizia con l’annuncio di sconvolgimenti che fanno morire di paura. Aldilà del linguaggio e delle immagini, c’è una condizione che conosciamo molto bene. Si chiama incertezza, insicurezza, fragilità, inquietudine per il futuro, angoscia.
NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO – Anno B
Adula (Foto AC)
Alla fine di ogni anno liturgico, prima di ributtarci nel cammino dell’Avvento e del Natale, torna questa solennità di Cristo Re, voluta da Pio XI nel 1925.
TRENTATREESIMA DOMENICA DEL TEMPO OEDINARIO – Anno B
Sopra Prauleta (Foto AC)
Il tempo è un grande mistero. Vi siamo immersi e non sappiamo governarlo nella sua pienezza. Si direbbe che anche l’uomo Gesù ha provato questo disagio di fronte all’esito drammatico della sua vita che andava inesorabilmente incontro ad una fine.
TRENTADUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
Stella alpina (Foto AC)
La vedova di cui ci parla il Vangelo era stata prefigurata dalla vedova di Sarèpta che sfamò il profeta Elia: aveva solo un pugno di farina e un po’ d’olio, ma accettò di condividere quel poco che era tutto per lei e per suo figlio, e così accadde che «per diversi giorni la farina nella giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì».
Logos è un vocabolo della lingua greca. Un vocabolo molto usato e polisemantico, ovvero portatore di significati diversi. Il greco è la lingua dei Vangeli e delle lettere paoline, la lingua parlata nell’impero del primo secolo. Certo, anche logos è stato poi tradotto in latino prima e poi nelle lingue moderne. Ad esempio, la traduzione latina più famosa – quella di Gerolamo nota come Vulgata – è Verbum, che è alla base della parola italiana Verbo. Ma non è affatto raro trovare la traduzione Parola oppure l’originale greco, Logos appunto.
Il testo più importante in cui al centro della scena c’è il Logos – il Verbo – è il prologo del vangelo secondo Giovanni, un testo che costituisce il cuore del Natale cristiano, con quella affermazione in cui si dice che il Logos che era in principio, che era presso Dio, che era Dio, si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Il grado di difficoltà attribuito a questa pagina evangelica ha fatto sì che essa venga emarginata nella predicazione. Si preferisce restare nella poetica del Bambino in poca paglia, che è comunque ricchissima di significato, ma è anche più facile da addomesticare (e, purtroppo, da banalizzare).
Il protagonista di questo libro è il Logos. Ma lo è dentro una vicenda umana (l’incontro promosso da un giovane prete tra alcuni liceali) e nel cuore della conoscenza del mistero dell’universo (in cui la scienza ha fatto grandi passi in avanti). Come si intreccino questi due fili, lo vedrà il lettore. E troverà forse anche la traccia di un metodo per incrociare e dare voce alle domande dei giovani. Ridestare queste domande che il mondo di oggi crede di aver svuotato di significato è una operazione profondamente culturale. Lo scopo non è per forza rispondere. Tante domande – a partire da quelle che riguardano l’origine dell’universo, il dipanarsi della vita umana, il destino del tutto – devono restare aperte, perché l’uomo è appunto il livello della natura che è capace finalmente di meravigliarsi, guardare e interrogarsi. E in questa sorta di «crepa» antropologica c’è lo spazio per un fatto inaudito, l’incarnazione del Logos.
Si segnala la bellissima copertina del libro, opera di una giovane pittrice comasca, Chiara Arrigoni Reynaud.
AGOSTINO CLERICI, Voglio nascere! Quando venne la pienezza del tempo, L’Essenziale è visibile, Como 2024, pagine 80, euro 10,00.
TRENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
Alpe di Carì (Foto AC)
Gesù è interrogato da «uno degli scribi»: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Ossia: qual è l’essenza, il fondamento dei comandamenti? La risposta di Gesù è riassumibile in una parola: amore.