Qualcuno, non qualcosa

DOMENICA DI PENTECOSTE – Anno A

Pale di San Martino – Foto AC

La festa di Pentecoste fa da spartiacque tra la pienezza della Pasqua e la nostra quotidianità che entra nel periodo estivo. Siamo invitati a considerare il dono dello Spirito, come una persona messa al nostro fianco.

Le immagini non ci aiutano: colomba, vento, acqua viva, fuoco. Segni di una presenza che sconvolge, che cambia interiormente, che rende capaci di pensiero, parola e azione. Ma lo Spirito non è né un’energia diffusa né un semplice nome di Dio: è Qualcuno non qualcosa. Quando Gesù lascia i suoi discepoli con le parole: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo», egli sta annunciando la presenza perenne dello Spirito, come qualcuno che sta con noi tutti i giorni.

Come Gesù risorto non è la sopravvivenza di un ricordo e di un messaggio, così lo Spirito non è un premio di consolazione per farci dimenticare che Gesù non è più tra noi. Anzi, la sua funzione principale è proprio quella di ricordarci Gesù, di renderlo presente, di farcelo riconoscere. Ci sono persone nel mondo e soprattutto nella Chiesa che hanno una funzione spirituale. Quando noi sentiamo questa parola – spirito, spirituale – subito pensiamo a qualcosa di immateriale, che non si può né vedere né toccare. Invece, lo spirituale è la manifestazione – e quindi la visibilità – di ciò che di più profondo c’è nella nostra vita, nella nostra carne.

Proviamo a scoprire una delle più importanti manifestazioni dello Spirito, una delle realtà spirituali che hanno più a che fare con la nostra realtà quotidiana. Infatti, hanno una funzione spirituale tutte le persone che sono chiamate ad educare (penso ai genitori, agli insegnanti, ai catechisti). Ora, un educatore cristiano lavora con lo Spirito, ne è un prezioso mediatore, ed è chiamato a rendere presente Gesù con le parole e con la vita. Forse abbiamo perso per strada questa funzione spirituale del gesto educativo, magari demandando alla realtà virtuale e digitale il compito di riempire la testa e il cuore dei nostri ragazzi. La Pentecoste sia l’occasione per ritrovare, proprio grazie alla presenza dello Spirito, la nostra passione educativa.

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One thought on “Qualcuno, non qualcosa

  1. Ci spiega Don Agostino; “Le immagini non ci aiutano: colomba, vento, acqua viva, fuoco. Segni di una presenza che sconvolge, che cambia interiormente, che rende capaci di pensiero, parola e azione. Ma lo Spirito non è né un’energia diffusa né un semplice nome di Dio: è Qualcuno non qualcosa.” Non dobbiamo pensare, come erroneamente ci è stato spiegato da giovani, a qualcosa di immateriale, che non si può vedere, non si può toccare. Quel che definiamo “spirituale” è la visibilità di quel che è presente nel profondo della nostra vita, della nostra carne… Lo Spirito è Qualcuno messo al nostro fianco, che ci rende presente Gesù, come Gesù ha annunciato ai discepoli.

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