ASCENSIONE DEL SIGNORE – Anno A

Per noi uomini del XXI secolo, abituati alle realtà virtuali, l’evento dell’Ascensione risulta ancora più difficile da comprendere. Esso segna la fine della visibilità di Gesù anche dopo la risurrezione.
Non è un fantasma, il suo corpo porta i segni della crocifissione, mangia, parla. Poi, ad un certo punto, «fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi». Il modo con cui Luca – all’inizio del libro degli Atti – descrive l’ascensione di Gesù ha l’obiettivo di indicare che Gesù esce da una dimensione terrena per abitare una dimensione celeste. Attenti, però, a non prendere cielo e terra come luoghi fisici: Gesù non ha compiuto un passaggio che oggi tutti potrebbero fare prendendo l’aereo. In realtà – ce lo dice Matteo chiudendo il suo vangelo – Gesù risorto è sempre con noi, tutti i giorni fino alla fine del mondo. È rimasto sulla terra e qui lo possiamo incontrare, nascosto nell’uomo che incrrocio sulla mia strada o nel mistero dell’eucaristia che celebro e vivo con la comunità cristiana.
È con noi, e questa è la prima verità dell’Ascensione da tenere ben presente per non fare di questa festa una semplice festa d’addio. Ma la verità ancora più sconvolgente è un’altra: la nostra carne che Gesù ha assunto con l’incarnazione – il mistero che celebriamo a Natale – è già in cielo, è già in Dio. Come Gesù possa essersi incarnato nel grembo di Maria è difficile da spiegare, ma ancora più grande è il mistero – quello che appunto celebriamo oggi – di un Gesù uomo che esce dal sepolcro e, per così dire, si incarna definitivamente in cielo. La nostra vita, la nostra salvezza, è legata a filo stretto a questi due eventi tra loro collegati strettamente: Dio che si incarna in Gesù e l’uomo Gesù che si incarna in Dio.
La vera buona e bella notizia è che la carne per Gesù non è stata una passeggiata provvisoria, per giunta vissuta come un abbassamento. No, la carne che Maria gli ha dato nel suo grembo, egli l’ha fatta passare dalla morte e poi se l’è tenuta per portarla alla destra del Padre. La bella notizia è che anche noi siamo destinati al cielo, alla piena comunione con Dio!
L’Ascensione di Gesù non è un addio, ma Gesù risorto è sempre con noi, con i nostri vicini di casa, con gli immigrati ospitati nel centro di accoglienza; è presente nell’Eucaristia celebrata nella nostra Comunità. L’Ascensione ci rivela soprattutto che anche noi siamo destinati al cielo, alla comunione con il Padre…possiamo quindi sperare!