Contro l’ipocrisia

OTTAVA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Tre parabole come altrettanti colpi d’occhio che Gesù usa per colpire l’ipocrisia, vera e propria malattia mortale che mina la comunità cristiana. La prima immagine dice bene la pretesa dell’ipocrita: è cieco, e vuole essere la guida della comunità, bisognosa di qualcuno che sapientemente la indirizzi, e che, guidata da un cieco, finirà sicuramente nel fosso.

Purtroppo l’ipocrisia è spesso seduta nei luoghi del comando e lo esercita con arroganza che ne è il segno più evidente. Un altro segnale indicatore dell’ipocrita è il moralismo, con cui sa individuare le pagliuzze che si trovano negli occhi altrui e non vuole vedere la trave che sta nel suo occhio. Capita così di trovare nella comunità persone cieche – del resto, chi ha una trave nell’occhio, non può certo vederci bene! – che hanno la pretesa di moralizzare la Chiesa e il mondo come spietati inquisitori delle pagliuzze altrui.

La terza parabola sembra voler segnalare una ulteriore forma dell’ipocrisia, ed è l’incoerenza delle azioni che non sono conseguenti alle intenzioni. Ma l’immagine dell’albero e del frutto non va affatto letta come una parabola morale (con il rischio di prestarsi anch’essa all’equivoco del moralismo). Gesù vuole sconfiggere l’ipocrisia dell’apparenza e dell’esteriorità – che sono questioni legate al fogliame delle piante – per promuovere invece una cultura dei frutti, che sono sì esteriori, ma sono come la risonanza dell’essenza stessa dell’albero: l’uva è un tutt’uno con la vite, e c’è l’uva solo se c’è la vite, perché da un rovo non si riuscirà a trarre neanche un grappolo, nemmeno un piccolo acino d’uva.

L’espressione finale di questa pagina evangelica è, dunque, una sintesi potente delle tre parabole, e indica il vero e proprio antidoto contro l’ipocrisia che mina la comunità cristiana. Il bene, che è il frutto che può dare solo una bella persona, non è un tesoro nascosto, ma è ciò che sovrabbonda dal cuore fin sulla bocca, è il frutto di un albero. Ma se il cuore è come un pozzo inaridito e secco, sulla bocca fiorirà solo ipocrisia. E l’ipocrisia è proprio quell’immagine falsa che emerge dal vuoto che c’è dentro.

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2 thoughts on “Contro l’ipocrisia

  1. Potenti davvero, efficaci gli esempi offerti da Gesù: a pensarci ci vuole poco per capire. Con la soluzione a portata di mano ( di occhi): come possiamo non essere ciechi, ipocriti, moralisti, alberi dal ricco fogliame ma sterili? “Scendendo” nel cuore, là dove sono conficcate le nostre radici, dove abitano i nostri pensieri più veri. Da cosa è nutrito il nostro cuore? Quali i desideri?

  2. Signore promuovi in noi la cultura del frutto, che possiamo alimentare solo cancellando l’ipocrisia e tentare di essere delle belle persone.

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