Corriere di Como, 16 marzo 2021
Giulia e Chiara sono due ragazze diciottenni della provincia di Salerno. Seguendo gli schemi mediatici di questi mesi di pandemia le potremmo facilmente associare a quei giovani che ormai da molto tempo sono costretti a fare scuola da casa con la famosa didattica a distanza e che avvertono in modo sempre più impellente il bisogno di incontrarsi, magari di sera al pub o per strada. Eppure Giulia e Chiara nelle cronache non ci sono finite per un eccesso di movida o per qualche illecito assembramento oltre l’ora del coprifuoco.
Anzi, Il nome di Giulia è inserito nell’elenco degli Alfieri della Repubblica deciso dal presidente Sergio Mattarella pochi giorni fa. Per comprendere il motivo di questa onorificenza, bisogna risalire alla notte tra il 30 e il 31 luglio 2020. Le due diciottenni – che sono amiche sin dalla più tenera età e che sono compagne di classe all’ultimo anno del Liceo Scientifico – se ne stavano sedute su un muretto ai lati della strada, quando un’auto irrompe su di loro a forte velocità. Giulia avverte il pericolo e d’istinto dà uno spintone a Chiara per evitarle l’impatto, ma non ha il tempo per mettere in salvo se stessa, e nel grave incidente perde la gamba sinistra.
Una tragedia che si è trasformata in una stupenda storia di vita che Giulia ha raccontato domenica in un articolo sul Corriere della Sera. Dice Giulia: «Alla vita voglio dire che ce la farò, che voglio continuare a essere la persona che sono, che in futuro vorrei aiutare chi si ritrova nelle mie condizioni e si sente smarrito. Invece a Chiara vorrei chiedere di non sentirsi mai più in colpa per me, ho fatto questo gesto per istinto, la considero una sorella, la nostra amicizia mi ripaga di tutto ogni giorno».
Parole che hanno quello spessore di maturità che non ci aspetteremmo sulla bocca di una diciottenne colpita da una così grave menomazione. Parole che avranno bisogno di confrontarsi giorno per giorno con la vita che modifica continuamente la percezione che si ha del proprio passato e la progettualità del futuro. Parole che comunque ci fa bene ascoltare in un mondo contrassegnato spesso da ben altri messaggi, e in cui la paura generata dalla pandemia ha aumentato il guscio degli egoismi.
Non è un ragionamento quello che ci propone Giulia. Anzi, il suo coraggio ci stupisce proprio perché non sta in piedi e non regge ad alcuna dimostrazione di tipo logico o scientifico. Che senso ha dire che una gamba persa viene ripagata con l’amicizia? Quasi ad affermare che quell’arto fisico che non c’è più non è sostituito tanto da «qualcosa» – una protesi meccanica – ma da «qualcuno» che giorno per giorno ricolma una assenza traumatica con una presenza di vita.
Nulla è più importante di una amicizia nella vita, ci ricorda Giulia con la freschezza dei suoi 18 anni. E sarebbe d’accordo con lei il grande filosofo Aristotele, laddove scrive che «senza amici nessuno sceglierebbe di vivere anche se possedesse tutti gli altri beni». Eppure, bisogna riconoscere che nulla è più incerto di una amicizia, strettamente legata com’è agli accadimenti imprevedibili e alle decisioni di due vite che evolvono e cambiano. Giulia ha ragione a proclamare la sua fede nella vita e a credere che ce la farà. E che ce la farà proprio perché ha deciso di non vivere da sola.
Don Agostino Clerici nel libro “L’albero della vita” 2015 cita, con Aristotele, Clive Staples Lewis che scrive: “…L’amicizia non ha valore ai fini della sopravvivenza; è piuttosto una di quelle cose che danno valore alla sopravvivenza”. Giulia lo ha capito!