Corriere di Como, 2 febbraio 2021
Vi racconto la storia di due multe, una effettivamente comminata, l’altra (mentre scrivo) ancora in fase di accertamento. Sono multe Covid da 400 euro, per il mancato rispetto delle norme previste dall’ultimo Dpcm. La prima multa l’ha presa Giovanni, 58 anni, affetto da distrofia muscolare e costretto su una carrozzina elettrica. A comminargliela è stata la polizia di Macerata dentro una pizzeria di Porto Recanati dove s’era introdotto per ripararsi dal freddo e dove effettivamente stava consumando un caffè, contravvenendo alle normative Covid che in zona arancione prevedono solo l’asporto. Giovanni è preoccupato perché percepisce una pensione di poco superiore all’ammontare della multa.
La notizia è diventata di dominio nazionale e subito è iniziata una vera gara di solidarietà per aiutarlo a pagare la multa: a ieri mattina più di trenta telefonate in tal senso erano già pervenute al proprietario della pizzeria da ogni parte d’Italia. Naturalmente da un punto di vista formale, la contravvenzione è inoppugnabile. Ma forse si poteva sperare in una valutazione più attenta delle attenuanti del comportamento del disabile, che effettivamente, nella sua ora di uscita da casa, si è trovato a disagio e ha cercato un riparo dal freddo.
Credo che nelle scorse settimane in molteplici occasioni alle multe si sia preferita una semplice ammonizione, e questa strategia rivela il volto umano dell’applicazione della legge. Certo, la legge è uguale per tutti, ma non tutti ahimè sono uguali davanti alla legge. Ecco perché la catena di solidarietà che si è messa in movimento da subito per aiutare Giovanni tende a riequilibrare l’eccessiva severità con cui è stato valutato il suo comportamento scorretto.
Egli, come un bravo cittadino, pagherà la sua multa a quello Stato che forse non fa abbastanza per lui. E ad aiutarlo nel pagare la legittima sanzione sono altri cittadini, che non hanno perso tempo a protestare contro la legge, ma, come si suol dire, hanno messo mano al portafogli. C’è una saggezza profonda in questo riequilibrio, che preferisce la laboriosità alla polemica, una sapienza popolare da cui dovrebbero attingere in primis i nostri politici, che in questi giorni sono dediti alle consuete schermaglie dialettiche.
Ed è giunto il momento di parlare della seconda multa, quella che potrebbe essere comminata al campione di calcio Cristiano Ronaldo, che ha festeggiato il compleanno della sua Georgina con una mini-vacanza a Courmayeur: per andarci, ha dovuto sconfinare dal Piemonte in Valle d’Aosta, contravvenendo alle normative Covid che impediscono di uscire dalla regione in cui si risiede. Postando per i suoi milioni di follower un video (poi rimosso) con le immagini inequivocabili di lui con la fidanzata su una motoslitta nella località valdostana, il calciatore portoghese si è come autodenunciato.
La multa probabilmente arriverà ma, per pagarla, Cristiano Ronaldo non farà proprio alcuna fatica. E sui suoi profili social intanto è partita la solita trafila di commenti velenosi e ironici. La multa al povero Giovanni, invece, ha innescato la miccia benefica della solidarietà. Un invito a prenderci a cuore la cura delle situazioni di disagio e fragilità con cui veniamo a contatto in questo tempo della pandemia che continua.
La legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali davanti alla legge; fortunatamente la saggezza popolare ha attenuato, nel caso di Giovanni, questo squilibrio con laboriosità e senza polemica. Ma quanto resisterà, in tempi sempre meno saggi, (mi si perdoni il gioco di parole) la saggezza popolare?