QUATTORDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A
Un giogo dolce, un carico leggero. Immagini un po’ difficili da accettare. Il vangelo come un peso? È una raffigurazione diffusa che trasforma il cristiano in uno che non può fare certe cose ed è costretto a comportarsi in un certo modo. Purtroppo è un’idea che abbiamo diffuso noi, ma non è il pensiero di Gesù. Il giogo è un attrezzo che serve a poter usare la forza dell’animale in modo utile. Non ha dunque lo scopo di limitare la libertà, ma di esercitarla bene. Il giogo è un dono, quindi. Un po’ come un sentiero che sembra costringerti a fare una certa strada, magari più lunga e sinuosa, ma in realtà ti conduce più sicuramente alla meta. Il carico è leggero quando il peso è ben distribuito. Spesso basta una leva per sollevare un peso ingente in modo agevole. Uno scatolone mi permette di trasportare tante cose di forme e pesi diversi, insieme.
Sant’Agostino faceva un esempio convincente per spiegare questa immagine. «Il mio carico è leggero», dice Gesù. «Devi considerare che questo carico è per te come per gli uccelli è il peso delle ali; se gli uccelli avranno il peso delle ali, si alzeranno a volo, ma se saranno loro tolte le ali, rimarranno a terra». Bella questa immagine! Il giogo di Cristo è per l’uomo come le ali per un uccello. Se potessimo domandare ad un passerotto se le sue ali gli sono di peso, certamente egli sorriderebbe, e userebbe forse le stesse parole di Gesù per definire quel peso benedetto di cui Dio lo ha dotato: «Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero».
Quali sono le nostre ali, pensate come un peso che ci fanno volare? Ne dico due che mi sembrano importanti e che sono al centro dell’insegnamento di Gesù. La prima ala è la coscienza che ci rende capaci di guardarci dentro e di confrontarci con regole e consigli. La coscienza non è un semplice «secondo me», devo riflettere e formarla continuamente. La seconda ala è la comunità, la Chiesa che ci rende capaci di guardarci intorno e di confrontarci con gli altri. Anche in questo caso non è un comodo «fan tutti così», ma è confronto, dialogo e reciproco arricchimento, alla luce del Vangelo di Cristo.
Sant’Agostino ha dato del “giogo” un’immagine stupenda che ci libera da altre interpretazioni meno leggere. Le due “ali” sono indispensabili per il nostro cammino personale e comunitario e fan sì che si realizzino le parole di Gesù : ” il mio giogo è dolce e il mio carico leggero” Clemente