Corriere di Como, 17 dicembre 2019
La zoologia in politica sembra vivere una stagione feconda. Negli anni passati si preferì la botanica – ulivo, quercia e cespugli vari – mentre ora si va formando un piccolo “bestiario”. Il linguaggio dei politici, a dire il vero, si è parecchio impoverito ed è divenuto quasi uno “sloganario” in cui riecheggiano sempre le stesse parole d’ordine. Continua a leggere