Colpo di testa 141 / Zanzare sterminatrici e malvagità umana

Corriere di Como, 10 dicembre 2019

Parliamo di zanzare. Siamo fuori stagione, così evitiamo che il richiamo a questi insetti fastidiosi possa aggiungersi al prurito per l’ennesima puntura. Ne parliamo a freddo, all’inizio dell’inverno, senza vedercene ronzare intorno qualcuna, così siamo ben disposti a scoprire qualcosa di più sulle zanzare, senza essere per forza preoccupati di eliminarne la presenza. A New York è stato recentemente pubblicato uno studio sulla zanzara considerata come il più mortale dei predatori. L’autore del libro non è un entomologo ma uno storico, Timothy Winegard, secondo il quale le zanzare, avendo ucciso, diffondendo malaria e febbre gialla, metà del genere umano, hanno determinato la storia più di ogni altro evento. Chi l’avrebbe mai detto che le zanzare devono ancora oggi essere considerate gli animali più pericolosi per l’uomo? Forse già lo sapevano i popoli antichi, presso cui le zanzare godevano di cattiva fama. Lo dimostra il fatto che una delle dieci piaghe d’Egitto di biblica memoria è da imputarsi proprio alle zanzare. E il poeta Esopo dice che all’attacco dell’insetto che punge si arrendono perfino il leone e l’elefante.

Forse pochi sanno che la scoperta che il vettore della malaria fosse una delle specie della zanzara – l’anofele – fu fatta da uno scienziato comasco, il prof. Battista Grassi, che la annunciò a Roma nel 1898. Nel settembre 1954, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario dalla nascita, tra Villa Olmo (Como) e Villa Monastero (Varenna) si tenne un Simposio scientifico, mentre le celebrazioni interessarono il paese natale di Battista Grassi, Rovellasca. È significativo che i primi esperimenti sulle zanzare come potenziali veicoli di malattia vennero svolti dallo scienziato proprio nelle grandi vasche d’acqua – dette “foppe” – che caratterizzavano il cuore verde del paese. Quelle vasche dovevano costituire terreno fertile per il proliferare delle zanzare e divennero luogo di esperimenti – misteriosi per la gente – che contribuirono ad una importante scoperta.

Più recente è la campagna di eliminazione delle zanzare attuata a colpi di DDT, sparso in Italia durante la seconda guerra mondiale dagli Alleati. Ma se fu efficace con le zanzare, sembra che i parassiti della malaria siano sopravvissuti e la malattia è riapparsa in nazioni quali lo Sri Lanka, la Cina, l’Algeria, il Venezuela e l’Argentina. Piccole e numerosissime sono le zanzare, ma i batteri e i virus sono ancora più piccoli e resistenti ai tentativi dell’uomo di debellarli. E le zanzare diffondono oltre quindici malattie, di cui muoiono più di 800mila persone ogni anno. Un diabolico meccanismo a livello delle ghiandole salivari dell’insetto (dove sta il parassita) riduce la quantità di sangue assorbita e quindi induce la zanzara a pungere più volte, aumentando le trasmissioni del parassita.

Lo studioso statunitense, oltre ad elencare episodi storici in cui le sventure furono indotte dalle zanzare (anche Alessandro Magno morì di malaria a soli 31 anni), ricorda che durante la seconda guerra mondiale migliaia di persone furono infettate di malaria da medici senza scrupoli alla ricerca di medicamenti contro la malattia. Il numero dei morti non fu mai esattamente accertato. Quindi, peggio dell’incolpevole zanzara c’è solo la consapevole malvagità dell’uomo.

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