ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Pio XII nel 1950 proclamò il dogma dell’Assunzione di Maria, ed in questa solennità di metà agosto la Chiesa celebra il compiersi in Maria del Mistero pasquale: per prima tra le creature segue il destino del suo Figlio ed è associata alla risurrezione di Cristo. Ella diventa così l’anticipazione di ciò che è stato pensato e preparato per ciascuno di noi: essere con Dio in anima e corpo per sempre, oltre il tempo e lo spazio. Questo sguardo sul definitivo compimento della nostra vita non è però indice di scarsa attenzione al cammino della vita che conduce all’eternità. Anzi, la solennità odierna ci richiama al senso della vita prima della morte. La prima lettura tratta dal libro dell’Apocalisse ci trasporta con un linguaggio simbolico oltre il tempo ma non certo fuori dal tempo: ci offrono, cioè, il quadro di qualcosa che è storico e che continua ad accadere, ma che è come già stato deciso da qualcosa che sta prima e oltre la storia. Si fronteggiano due grandi segni: la donna vestita di sole e un enorme drago rosso.
Da una parte c’è la donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. È indubbiamente la Vergine Maria, vista nell’atto di partorire il Figlio di Dio. Il piano della salvezza, fin qui nascosto, ora si svela attraverso un parto straordinario che non intacca la verginità della Donna. Maria viene già presentata nella gloria del Paradiso pur nell’atto di partorire: come a volerci suggerire che proprio per quel suo essere stata l’arca della nuova alleanza, il grembo di creatura in cui ha preso forma il Creatore, ovvero proprio a motivo della sua disponibilità piena al piano della salvezza, Ella ha ricevuto il premio dell’Assunzione. Se è stata concepita immune dal peccato in vista dell’essere Madre di Cristo, Maria è assunta in cielo accanto a suo Figlio proprio perché Vergine e Madre.
Ma ecco l’altro segno: un enorme drago rosso. La sua direzione, il suo dinamismo sono contrapposti a quelli della Donna: se là c’è un rinvio all’alto, al sole, alla luna, alle stelle; qui tutto sembra trascinato verso il basso, sulla terra, anzi precipitato nel profondo. Il dramma vero è che il drago, simbolo della potenza del male, vuole divorare il bambino appena partorito. È abbastanza evidente ciò che si vuole intendere: satana è colui che per antonomasia si contrappone a Dio e vuole interrompere il suo piano di salvezza. C’è una lotta, una inimicizia tra la Donna e il drago, che si risolve con la vittoria di Dio, che rapisce il Figlio e nasconde la Donna, portando a compimento la salvezza annunciata. È vero che il drago rosso incute timore, è vero che la Donna al suo pari sembra indifesa. Ma questa è solo apparenza: in realtà, anche se non esplicitata, ci resta l’immagine di un Dio vittorioso e di un drago che rimane… a bocca asciutta.
Se andiamo oltre i due segni per coglierne tutto il significato, ci accorgiamo che essi hanno una valenza che supera la vicenda storica di Gesù Cristo per rappresentare anche il tempo della Chiesa. La Donna è simbolo di Maria ma è pure prefigurazione della Chiesa, che, giorno per giorno, realizza nella storia il piano di salvezza già compiuto in Gesù Cristo ma non ancora rivelato nella sua pienezza. Noi siamo questa Chiesa pellegrinante nel tempo, e a noi è chiesto di partorire continuamente il Figlio di Dio tra le pieghe della storia. Ed anche noi, come la Donna vestita di sole, siamo insidiati da satana che cerca di osteggiare questa nascita del Cristo dentro l’umanità. Ora, ci viene assicurato che questa azione del demonio è destinata ad essere perdente nella prospettiva dell’aldilà. Ma non dobbiamo farci nessuna illusione: il diavolo è ancora in azione, dobbiamo vigilare sempre, perché egli vuole conquistare la nostra volontà e destabilizzare la nostra esistenza cristiana con mille tentazioni, che magari si fanno ancora più allettanti nel tempo delle ferie.
Ecco perché in questa giornata osiamo sollevare il nostro sguardo su Maria Assunta: per vedere il nostro destino, e, consolati da tale visione, chiedere in dono a Dio, per intercessione di Maria, la forza di continuare il buon combattimento della fede.