Colpo di testa 116 / Il Medioevo non fu un’epoca buia

Corriere di Como, 7 maggio 2019

Che cosa c’entra il Medioevo con la camorra? Niente. Senonché tutte le volte che si vuole tacciare un comportamento, un fatto, una presa di posizione come arcaici e violenti, si dice che sono medievali, facendo scattare un luogo comune del giudizio negativo. Era accaduto poco più di un mese fa in occasione del convegno mondiale delle famiglie di Verona: «uno stile medievale», aveva sentenziato il vicepremier Luigi Di Maio. Pochi giorni fa, dopo la sparatoria avvenuta nel centro di Napoli (dove è rimasta coinvolta una bimba di 4 anni che lotta tra la vita e la morte), il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho, in una intervista ha dichiarato: «Queste sono scene da Medioevo».

Se è per questo, il secolo che abbiamo appena concluso, ci ha mostrato gli orrori del nazismo e del comunismo, con milioni di vittime, eppure nessuno si sogna di affermare che «sono scene da Novecento». Il mondo antico non era certo guidato da effusioni e tenerezze, eppure non ho mai sentito dire che «sono scene da impero romano». D’accordo, il Medioevo è diventato un modo di dire, e magari sta sulla bocca di chi del Medioevo non sa nulla, ma ripete semplicemente uno stereotipo a sicuro effetto su ascoltatori altrettanto ignoranti.

Intanto di Medioevo non ce n’è uno solo, e la parola indica un periodo di molti secoli (si va dal V al XV secolo, quasi un millennio). L’idea che si sia trattato di un immenso blocco di «secoli bui» è un obbrobrio storiografico, e basterebbe a dimostrarlo il ricco campionario dell’arte europea di questi secoli, dai palazzi alle cattedrali (come Notre-Dame de Paris, il cui incendio ha provocato emozione generale), o la poliedrica ricchezza del pensiero filosofico che ha attraversato le scuole medievali, o il fiorire di una vasta e qualificata produzione letteraria.

Non è mia intenzione atteggiarmi a difensore d’ufficio delle nefandezze che l’uomo ha compiuto anche nel Medioevo, ma mi pare di poter affermare, senza paura d’essere smentito, che nei secoli medievali non dobbiamo registrare né il massimo di violenza (da questo punto di vista il XX secolo, da solo, ha perpetrato barbarie numericamente insuperabili) né il minimo di umanità (anzi, forse mai epoca storica ha garantito maggiormente l’assistenza ai bisognosi). E c’è da rassicurare il procuratore De Raho che la criminalità organizzata prese piede nell’impero romano e trascinò con sé fenomeni di banditismo e brigantaggio, che attraversarono certo il Medioevo, ma ebbero un significativo sviluppo proprio agli albori dell’età moderna con l’affermarsi di un indirizzo individualistico sconosciuto ai secoli medievali. E c’è pure da rassicurare l’on. Di Maio circa lo stile medievale in riferimento all’istituto familiare, perché fu proprio nel Medioevo che, dalla fusione della tradizione classica con quella barbarica, nacque l’idea di famiglia, che venne a costituire, pur con i successivi sviluppi, un nucleo di sicurezza sociale rispetto ai soprusi perpetrati, soprattutto nei confronti delle donne, nei periodi precedenti.

Insomma, quando dobbiamo stigmatizzare una situazione umanamente inaccettabile, diciamo semplicemente che è disumana e violenta, o che non ne condividiamo i contenuti o le forme. Senza tirare in ballo il Medioevo.

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