TRENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
Quello che Gesù promette allo scriba – «Non sei lontano dal regno di Dio» – è un bene assai prezioso. Eppure quest’uomo ha soltanto detto alcune parole sagge, rispondendo egli stesso ad una domanda che aveva rivolta a Gesù – «Qual è il primo di tutti i comandamenti?» – e a cui Gesù stesso lo aveva aiutato a rispondere. Quindi, anche soltanto sapere, che il comandamento più importante è amare Dio con tutto se stessi e amare il prossimo come se stessi, fa sì che non si sia lontani dal regno di Dio. Il che significa: essere sulla strada giusta, dentro la storia degli uomini, sulla via che conduce alla felicità. Ora, che cosa cercano affannosamente gli uomini se non essere felici? Tutti lo desideriamo, però spesso sbagliamo nell’individuare che cosa ci può rendere veramente felici. Ecco perché Gesù loda lo scriba: egli, almeno, ha identificato la strada giusta. Certo, ora si tratta di metterla in pratica. Proviamo a comprendere bene questo comandamento la cui semplice conoscenza ci avvicina al regno di Dio. Solitamente, quando lo si cita, si riassume così: Gesù ci chiede di amare Dio e di amare il prossimo. È vero, ma c’è qualcosa che qualifica questo duplice amore. Dio va amato con tutto se stessi, il prossimo come se stessi. Il che equivale a dire che il comandamento dell’amore è triplice, perché la misura dell’amore di Dio e del prossimo è se stessi. E, a questo punto, si tocca davvero il segreto della felicità umana e si entra nel mistero profondo dell’amore. Siamo capaci di amore verso noi stessi? Ciascuno di noi si ama al punto che possa mettere tutto se stesso nell’amore verso Dio e possa amare gli altri allo stesso modo in cui si ama?
Gesù usa tre parole per indicare la pienezza di se stessi, il «tutto se stessi». Parla di cuore, di mente, di forza. Sono tre dimensioni fondamentali di ogni persona umana e vanno egualmente curate se si vuole raggiungere un buon equilibrio interiore.
Metterci la «mente» vuol dire che la vita non è mai improvvisazione, e bisogna usare la testa in tutto, anche nell’amore. Ma poi le intenzioni della mente hanno bisogno di diventare vita quotidiana.
Ci vuole la «forza», ovvero l’amore non deve restare solo nella mente, ma deve incarnarsi nella concretezza, a costo di perdere un po’ della sua idealità. E quando si ama con tutta la forza, subentra la passione, ma un amore a cui manca la forza assomiglia ad un dovere.
Ecco, allora, l’importanza del «cuore», che è il vero centro unificante della persona umana. Essere persone che amano con tutto il cuore significa saper scegliere di volta in volta la via giusta per mettere in pratica un progetto ideale.
Vorrei fare un esempio traendolo dalla vita coniugale. C’è una bellissima pagina del Cantico dei cantici, in cui il diletto – lo sposo – dice alla sua amata: «Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina!». Sono parole di grande lirismo, ma molto concrete. Il sigillo è un anello. E, in effetti, nel matrimonio gli sposi mettono l’uno al dito dell’altra un anello come sigillo. Ma quello è solo un segno. Il vero sigillo sono le loro persone. Lo sposo non dice alla sposa: «Prendi il mio anello come sigillo», ma dice: «Metti me come sigillo sul tuo cuore, metti me come sigillo sul tuo braccio». È bellissimo che si parli di cuore e di braccio: essi stanno ad indicare la vita intera nella sua concretezza, nelle sue componenti interiore ed esteriore. L’amore si gioca ogni giorno nella capacità di una comunione interiore profonda – da cuore a cuore – che sa giungere ad una pratica di vita in comune sin nelle pieghe più quotidiane e materiali – da braccio a braccio -. È un modo per ricordare che l’amore deve essere con tutto se stessi, e poter raggiungere, così, con il cuore, con la mente e con la forza, la vita matrimoniale spicciola, in cui sono i piccoli gesti, le parole più povere, i pensieri più profondi a garantire la fedeltà.
E Gesù, che è il cuore del mondo, custodisca sempre l’amore con cui ciascuno di noi si ama. Vero segreto per vivere anche la totalità dell’amore verso Dio e verso il prossimo.