L’essenziale

TRENTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Un cieco di nome Bartimeo sta lungo la strada alle porte di Gerico. Passa Gesù con molta folla. Il cieco si agita, urla. Gesù lo fa chiamare e lo guarisce, ed egli si mette a seguirlo sulla strada. Se dovessi dirvi che cosa maggiormente mi colpisce in questo racconto, ebbene, è quel balzo in avanti del cieco che si mette in piedi, gettando via il mantello, per andare da Gesù. Strano, un cieco non è così sicuro di sé. Ma Bartimeo, allora, ci vede già! Egli ha già «visto» Gesù, prima ancora che Gesù gli apra gli occhi. Bartimeo ha già visto con gli occhi della fede, prima ancora che Gesù gli apra gli occhi del corpo. Il miracolo lo ha effettivamente compiuto la fede di Bartimeo, così come Gesù stesso riconoscerà: «Va’, la tua fede ti ha salvato». Come a dire: non io ho compiuto il miracolo, ma tu!

Tanti di voi conoscono un libro di Antoine de Saint-Exupéry in cui l’autore racconta il suo incontro con il piccolo principe. Ad un certo punto egli gli stringe amicizia con una volpe, la quale, prima di salutarlo gli rivela il suo segreto, il segreto dell’amicizia, che è poi il segreto della vita umana. «È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi». Ecco, Bartimeo ci vede col cuore e vede l’essenziale, forse proprio perché non lo vede con gli occhi, lui che non può vedere, perché è cieco. I vangeli sono attraversati da questa paradossale situazione: i ciechi vedono, mentre i vedenti sono ciechi. I ciechi vedono l’essenziale, mentre coloro che credono di vedere perdono di vista proprio l’essenziale. E l’essenziale è ciò che fa la bellezza delle cose e delle persone. Convinti che sia qualcosa da toccare o da vedere, la bellezza vera ci sfugge, proprio perché l’essenziale è invisibile agli occhi. Un cieco come Bartimeo questa verità la comprende meglio di tutti noi, che siamo troppo attaccati alla potenza dei nostri occhi e che ci affidiamo troppo alle nostre mani. Il balzare in piedi di Bartimeo mentre ancora è cieco dice tutta la forza del cuore umano – il centro della persona – che con la fede sa cogliere l’essenziale, che è invisibile agli occhi. Il gettare via il mantello – unica sua protezione di mendicante che vive sulla strada – dice la sua decisione di essere protetto da quella presenza che non vede – Gesù Cristo – che egli sente in modo ancora più forte della molta folla che intorno a lui vede. La fede è esattamente questo balzare in piedi da ciechi, gettando via i nostri mantelli, confidando in quell’invisibile che è essenziale. In fondo, da un certo punto di vista, noi cristiani di oggi assomigliamo di più al Bartimeo cieco che alla folla vedente. Noi, Gesù Cristo non lo vediamo sulla nostra strada, come si può vedere una qualunque persona. Possiamo vederlo solo con gli occhi della fede, esattamente come ha fatto quel giorno il cieco Bartimeo alle porte di Gerico. Dobbiamo cercarlo e trovarlo con gli occhi interiori, gli occhi del cuore che, però, sono gli unici che ci vedono bene quando si tratta di vedere l’essenziale. Del resto, quando ci capita di incontrare una persona di fede, ci accorgiamo subito che la sua capacità di vedere è come centuplicata, perché egli sa leggere dentro e sa andare oltre le cose che si vedono.

C’è un particolare ancora che merita di essere segnalato in questo racconto. Il cieco Bartimeo può essere messo a confronto con l’uomo ricco di cui ci ha parlato il vangelo di due domeniche fa’. Ricordate? A lui, bravo credente e osservante della legge, Gesù propose di seguirlo, ma egli rifiutò e rimase nella sua tristezza. Bartimeo, invece, senza che Gesù glielo domandi, «lo seguiva lungo la strada». Uno può essere a posto con i comandamenti ed essere incapace di vedere l’essenziale: è difficile, allora, che si metta a seguire Gesù. Un altro, magari, consapevole del suo peccato e della sua miseria, nella sua cecità sa scorgere la presenza amica di Cristo e vi si attacca come ad un bastone sicuro che non fa mai mancare il suo sostegno.

Carissimi, in ciascuno di noi si nasconde un Bartimeo cieco che sa vedere Gesù che passa nella nostra vita. Lasciamo che prenda il sopravvento, che balzi in piedi e getti via il mantello con cui proteggiamo la nostra vita, per metterci davanti a Gesù con gli occhi rinnovati dalla fede che salva.

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