Gesù ci sprona e ci rassicura

DODICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

Le parole del vangelo di oggi ci spronano e ci rassicurano insieme. Ci spronano ad un coraggio che spesso non abbiamo. La fede è intesa come qualcosa da tenere nascosto, da vivere in alcuni momenti forti e comunitari che però sono assai limitati, mentre Gesù ci invita ad annunciarla dalle terrazze, nella piena luce del giorno. Abbiamo sovente vergogna ad essere cristiani laddove esserlo costa fatica e ci crea anche qualche problema di immagine: abbiamo paura del giudizio degli uomini, mentre non temiamo Dio che è l’unico ad avere un potere reale sulla nostra vita. 

«Uno il coraggio non se lo può dare!» diceva il don Abbondio manzoniano, quasi a volersi giustificare di aver avuto paura a compiere il suo dovere. Non è così, anche se resta vero che la testimonianza cristiana oggi è diventata ancora più difficile. Ecco perché Gesù, oltre a spronarci a trovare il coraggio di essere cristiani alla luce del sole, ci rassicura che non farà mai mancare il suo aiuto. Non lo farà mai mancare perché ciascuno di noi, nel suo piccolo, vale immensamente ai suoi occhi. Valgono due passeri che pure si vendono per un soldo, come potrebbe non valere un uomo i cui capelli sono tutti contati? Significa che ogni secondo della nostra vita è sotto l’occhio vigile e premuroso della Provvidenza divina. Nulla è nascosto allo sguardo di Dio. Basta esserne consapevoli e riconoscerlo davanti agli uomini, invece che averne vergogna o addirittura paura. In una parola, Gesù ci invita ad avere fiducia in Lui, nonostante le nostre debolezze e le nostre titubanze.

Abbiamo pregato così nell’orazione prima delle letture: «O Dio, che affidi alla nostra debolezza l’annunzio profetico della tua parola, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con tutta franchezza il tuo nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta». È una preghiera molto bella, da ripetere spesso, così che, mentre constatiamo la nostra debolezza, avvertiamo che proprio in essa, da Lui rafforzata, egli continua a confidare.

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