Colpo di testa 27 / Una donna “agìta” forse dal diavolo

Corriere di Como, 11 aprile 2017

«Vi sono due errori, uguali e opposti, nei quali la nostra razza può cadere nei riguardi dei Diavoli. Uno è di non credere alla loro esistenza. L’altro, di credervi, e di sentire per essi un interesse eccessivo e non sano. I Diavoli sono contenti d’ambedue gli errori e salutano con la stessa gioia il materialista e il mago».  Così scriveva nel 1941 Clive Staples Lewis nella premessa a quel capolavoro che sono Le lettere di Berlicche. Nei giorni scorsi è stato dato risalto ad una sentenza del Tribunale civile di Milano che, in una causa di separazione, pur dando ragione al marito che dichiarava insostenibile il matrimonio per gli inspiegabili comportamenti ossessivi della moglie, non le ha addebitato la separazione perché difetta il requisito della imputabilità soggettiva di questi comportamenti. Detto in parole semplici, la donna – sottoposta ad accurata valutazione medica e psichiatrica, che ha escluso ogni patologia – si comporta sì in modo parossistico, ma i fenomeni che sono originati – irrigidimenti, convulsioni, scuotimenti sul pavimento della chiesa, proiezioni paraboliche e persino lancio di panche – non sono dipendenti dalla sua volontà. Scrive la sentenza, con una espressione lapidaria: la donna «non agisce consapevolmente» ma «altrettanto chiaramente è “agita”».

Agita da chi? La sentenza non lo dice. Non può farne il nome. Non può imputare la responsabilità a un soggetto, che non potrebbe nemmeno essere convocato in tribunale per rispondere delle sue azioni. Se dovessimo essere precisi, i giudici della IX sezione civile di Milano non hanno affatto dichiarato che il diavolo esiste (come hanno frettolosamente scritto tutti i giornali); hanno solo postulato l’esistenza di qualcuno o qualcosa che opera sulla donna o al posto della donna nei momenti in cui è “agita” e non agisce. I giudici non sanno che cos’è o chi è, e nella sentenza lasciano un verbo al passivo senza specificarne l’agente. Come è chiaro che la donna non è consapevole di quello che fa, così è altrettanto chiaro che i giudici non sanno specificare chi è che agisce veramente quei «devastanti comportamenti compulsivi» che non possono essere imputati alla donna. Allora, la notizia è ancora più eclatante ed è questa: i giudici del Tribunale di Milano hanno appurato che esiste qualcosa di inspiegabile, che vi sono fenomeni impermeabili alle indagini mediche e alle perizie psichiatriche, e che questo fatto è altrettanto chiaro rispetto al fatto che non vi è azione consapevole da parte di soggetti umani.

Che poi ci sia lo zampino del diavolo in quei comportamenti è materia di legittima discussione tra credenti, atei e agnostici, scienziati, giudici e preti. Io continuo a credere che il suo zampino il diavolo lo metta sempre in affari ben più ordinari e sensibili ai fini della felicità delle persone, e che straordinariamente agisca in modo pirotecnico per distrarre la nostra attenzione dalla sua azione nascosta nel quotidiano. Direbbe Lewis: finché materialisti e maghi disquisiscono tra di loro circa l’esistenza del diavolo, egli può agire indisturbato.

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