Colpo di testa 21 / Girandola di stadi senza più spettatori

Corriere di Como, 28 febbraio 2017

stadioLo stadio si farà. Abolite dal progetto le due torri, dimezzata la cubatura degli edifici di contorno, ma nel 2020 Roma avrà un nuovo stadio, quello della società giallorossa. Subito si è fatta sentire la voce anche del presidente dell’altra società calcistica della capitale, la Lazio, che a dire il vero ha pronto da ben dodici anni un progetto per il suo nuovo stadio. E la sindaca Raggi, subito dopo aver annunciato l’accordo per costruire lo stadio della Roma, in preda ad un attacco di par condicio ha detto: «Ora aiutatemi a fare lo stadio della Lazio».

C’è da sperare che, in tutto questo parlare di stadi, un pochino almeno c’entri anche il calcio. Si snocciolano le cifre sui costi, sui ricavi, sui posti di lavoro, sull’indotto economico, ma sono tutte ipotesi. Le certezze numeriche stanno altrove e riguardano il progressivo calo (ormai da diverse stagioni) del numero degli spettatori che allo stadio ci vanno effettivamente. Gli ultimi dati del 2016 parlano di una flessione complessiva del 2% sulla stagione precedente, ma di quasi il 12% se facciamo il confronto con il 2013. A salvare la caduta verticale sono soprattutto Milan e Inter, che pure non hanno un proprio stadio e giocano entrambi al Meazza, che è una struttura di proprietà del comune di Milano: l’Inter ha confermato il primato degli spettatori durante le gare casalinghe, il Milan li ha incrementati del 12%. Benino anche Juventus e Torino. Male Napoli e Roma: nella città partenopea la flessione è stata di oltre il 22%, mentre nella capitale la Roma ha perso quasi il 18% degli spettatori e la Lazio il 7,5%. Si potrebbe concludere che di nuovi stadi non c’è proprio bisogno, soprattutto a Roma.

Del resto, gli ultimi anni hanno registrato un cambiamento di strategia attorno al mondo del pallone, dove continuano a girare tanti soldi e a generarsi tanti debiti. Sì, perché il vero nuovo stadio, che non ha bisogno di essere né appaltato né costruito, è la televisione. Da qualche anno l’affare che ruota attorno al calcio non è più legato alla vendita dei biglietti o degli abbonamenti, ma all’acquisto dei diritti televisivi. È vero che lo spettacolo dello stadio resta per certi aspetti ineguagliabile, ma per vedere la partita sono sempre di più coloro che preferiscono la poltrona di casa. Comprano i pacchetti, e non i biglietti!

Chissà. Forse uno stadio nuovo dotato di tanti servizi, con l’asilo nido per parcheggiare i bambini, il cinema per i ragazzi e il coiffeur per ingolosire le signore, e con il supermercato sempre aperto, si dimostra utile anche a riempire le gradinate di spettatori. E se non è così, l’affare ormai è fatto… e ci sarà magari un nuovo Colosseo da far visitare ai posteri.

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