Il filo della fiducia

PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA – Anno C

DSC_0591Nel tempo di Avvento e Natale abbiamo acquistato sette stoffe per confezionare l’abito cristiano. Le abbiamo riposte in una scatola, in attesa che venisse il tempo favorevole per riaprire la nostra sartoria spirituale. «Ecco ora il momento favorevole!», ci ha avvisato san Paolo il Mercoledì delle Ceneri. Il tempo favorevole è la Quaresima, usiamone saggiamente. Da qui a Pasqua, ogni domenica, compiremo sulle nostre stoffe due operazioni che un sarto conosce bene: prima la stoffa va tagliata, e poi va cucita. Ora, il taglio della stoffa diventerà il simbolo ogni volta di un aspetto negativo da cambiare, mentre il filo con cui cucire e ricamare la stoffa sarà simbolo dell’aspetto positivo da vivere. Teniamola presente da subito questa doppia operazione, perché è tipica dell’atteggiamento che deve caratterizzare la vita cristiana e che, in modo tutto particolare, costituisce l’oggetto della Quaresima: la conversione. Essa implica sempre un taglio e un ricamo. Cioè, le pratiche penitenziali che ci vengono proposte sono sì sacrifici e rinunce, ma per qualcosa di positivo: si digiuna dal cibo per cibarsi di Parola di Dio (non per risparmiare o fare la dieta!), si digiuna dalle liti per dare spazio alla fraternità, si digiuna dal tempo frenetico degli uomini per dare più tempo a Dio nella preghiera, si digiuna dal proprio egoismo per vivere nella carità (che non è necessariamente dare soldi, ma, ad esempio, è ascoltare chi ne ha bisogno, a cominciare dalla propria famiglia, dai figli, dai genitori…). Dobbiamo metterci bene in testa questa dimensione della conversione cristiana, altrimenti al termine della Quaresima saremo costretti a fare un bilancio in cui, sotto la voce “passivo”, avremo magari anche un lungo elenco di sacrifici, ma, sotto la voce “attivo”, rischierà di non esserci scritto nulla.

Eccoci, allora, alla prima duplice operazione della nostra sartoria quaresimale: diamo un taglio alle ingannevoli proposte per ricamare l’abito nuovo con il filo della fiducia.

Il vangelo ci presenta Gesù alle prese con il diavolo. Questa parola, con cui indichiamo il male che ci tenta, significa «colui che separa». La tentazione del diavolo consiste proprio in questo: vuole separare Gesù da Dio, vuole separarlo dalla sua missione, quella che il Padre gli ha dato. L’evangelista ci dice che nel deserto Gesù ci va condotto dallo Spirito – da Dio – e vi trova, però, il diavolo. L’inganno sta proprio nel fatto che lo Spirito sia silenzioso mentre il diavolo continui a parlare… e a citare anche la Bibbia. Che confusione! Come si fa a dare un taglio all’inganno atroce del diavolo? La risposta potrebbe essere semplice: se il diavolo tenta di separare l’uomo da Dio e dagli altri isolandolo in se stesso, il taglio va fatto nella direzione opposta, unendosi a Dio e agli altri, rompendo proprio l’isolamento che ingabbia nella confusione dei propri pensieri.

Rompere l’isolamento significa avere fiducia, rimanere fedeli a Dio. Ce lo ha ricordato la magnifica espressione del salmo (è una preghiera molto bella che la Chiesa fa recitare a compieta, ogni domenica sera): «Chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente. Io dico al Signore: “Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido”». Il diavolo sa che la fiducia in Dio è la forza dell’uomo, e infatti tenta Gesù proprio su questo terreno: lo conduce in alto, sul punto più alto del tempio, ma poi invita a buttarsi giù! La tentazione ha sempre questa traiettoria maledetta, perché ti fa credere di andare in alto, ma poi fatalmente ti butta giù. Il diavolo chiede astutamente a Gesù un apparente gesto di fede, un salto nel buio: «Buttati giù, verranno gli angeli a salvarti!». Quante volte pensiamo che la fede sia questa cosa. Non è vero! La fede non è forzare la mano a Dio, ma mettersi nelle sue mani. Verrà l’ora in cui Gesù mostrerà la sua traiettoria: salirà in alto – sulla croce – e da lì spiccherà un salto… nell’amore del Padre.

Ecco, all’inizio della Quaresima siamo invitati ad un taglio deciso alle ingannevoli proposte che vorrebbero far decollare la nostra vita e, invece, la lasciano a terra. E siamo invitati a ricamare il nostro abito con il filo della fiducia, che va a cucire proprio quella stoffa che abbiamo dovuto tagliato. Dio unisce proprio là dove il diavolo vorrebbe separare.

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