MERCOLEDÌ DELLE CENERI
Oggi, Mercoledì delle Ceneri, dobbiamo andare a recuperare le stoffe che abbiamo acquistato nel tempo del Natale. Ricordate? Sono le quattro virtù cardinali – prudenza, giustizia, fortezza, temperanza – e le tre virtù teologali – fede, speranza e carità – e con esse dobbiamo accingerci a confezionare il vestito, il vestito del cristiano. Serve tutta la maestria di un sarto per tirar fuori un vestito da pezzi di stoffa… Bisogna tagliare e cucire, ma tagliare nel punto giusto e cucire con i fili adatti.
Siamo qui per dirci che ciascuno di noi – pur bravo che sia, diligente, studioso, attivo, intraprendente e buono – non è in grado di compiere da solo questa operazione. Lo vogliamo esprimere nel gesto delle ceneri, tra poco. «Ricordati che sei polvere», o meglio ancora: «Convertiti e credi al Vangelo». Sono parole che vogliono esprimere l’affidamento ad un Altro, che ci sorregga e ci accompagni nel cammino.
Bisogna lasciarsi andare in Dio! Non è debolezza, ma è forza. Esprime la rinuncia a vivere la vita a partire dalle nostre tronfie sicurezze (che poi portano a naufragare presto…) per affidarla, invece, a Colui che ci conosce nel profondo. Abbandonarsi nella mani di un altro è un gesto che costa sempre fatica. A maggior ragione se questo Altro è Dio: non lo vediamo, non lo tocchiamo, talvolta sembra silenzioso e assente. Quando, però, siamo colpiti da qualche prova o avvertiamo che le nostre forze si stanno esaurendo, l’unico bisogno che ci accomuna nelle nostre diverse umanità è proprio quello di abbandonarci ad un abbraccio sicuro. L’abbraccio di un altro che ci possa iniettare la fiducia per continuare. Perché? Perché siamo stati creati in un abbraccio, quello di Dio, e finiremo in un abbraccio, quello con Dio. Perché la vita comincia nell’abbraccio della mamma e la vita finisce nell’abbraccio del Padre. Il bimbo appena nato non può stare senza l’abbraccio della madre. E colui che muore trova sollievo solo nelle braccia del Padre celeste. In mezzo tra questi due abbracci scorre tutta la vita, in cui, senza Dio, noi siamo proprio come la cenere che riceveremo.