IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Nelle scorse domeniche abbiamo acquistato due stoffe per confezionare il nostro abito nuovo. Oggi la Chiesa ci fa sostare in questa tappa dell’Avvento davanti a Maria, una donna che l’abito di Cristo l’ha indossato decisamente con l’«Eccomi» pronunciato all’angelo Gabriele; una donna che ha accolto nel suo grembo Dio stesso confezionandogli, nei mesi della gravidanza, un vestito di carne umana. È bello pensare a Maria come mamma in attesa, mentre si avvicina il Natale del suo figlio, Gesù. Il parto è vicino, e Maria ci svela in un certo senso di quale stoffe è intessuta la sua vita.
Intanto Maria è la «piena di grazia» (così la saluta l’angelo). Questa stoffa – la grazia, e la grazia nel suo grado sommo – è il dono grande che oggi, solennità della Immacolata Concezione, noi vogliamo celebrare. Maria ha ricevuto il privilegio di essere concepita nel grembo di Anna, sua madre, senza l’ombra del peccato originale che tutti ci accomuna ad Adamo. Senza peccato è Maria perché il suo grembo avrebbe accolto colui che è senza peccato e che toglie il peccato del mondo. Si spiega così la lettura che la Chiesa opera di quel brano della Genesi (vedi la prima lettura) in cui alla donna è anticipato il destino di schiacciare la testa del serpente: questa donna è Maria, che tiene il male sotto i suoi piedi perché porta Dio nel suo grembo. Quando preghiamo Maria – particolarmente nella bellissima preghiera del Rosario – chiediamole di tenere sempre sotto i suoi piedi il serpente che ci insidia, e di continuare a mostrarci il frutto del suo grembo verginale, Gesù.
L’essere piena di grazia, concepita senza peccato originale, non toglie certo a Maria la sua umanità. Ella ci è mostrata nell’atto di turbarsi e di rivolgere una domanda all’angelo. Maria è una di noi, la sua accoglienza del piano di Dio è pienamente umana e Dio stesso sosta davanti alla sua libertà di donna per attendere l’«Eccomi» che cambierà la storia dell’umanità. Maria aveva la stoffa della libertà. Noi ci siamo fatti un’idea strana della libertà, come se fosse lo strumento per dire di no. Così fu vissuta la libertà dal primo uomo e dalla prima donna nel giardino in cui Dio li aveva posti. Maria è la creatura che ricomincia a vivere la libertà come capacità di dire sì a Dio, come piena accettazione del suo progetto di salvezza. Impariamo anche noi da Maria a fidarci del nostro Signore, a stare sulla via in cui ci ha messi, ad amare le cose e le persone che costituiscono il tessuto della nostra vita quotidiana.
Grazia e libertà sono le stoffe di cui è intessuto il vestito di Maria. Sono il tessuto pensato anche per la nostra vita. Se sappiamo ogni giorno ripetere il nostro «Eccomi» a Dio – c’è chi come me lo dirà da prete, e chi come tanti di voi da persona che ha scelto la via santa del matrimonio per compiere la volontà di Dio – è questo il segno più eloquente che stiamo esercitando una vera libertà umana; ed è questo supremo atto di libertà che dilata gli spazi della grazia di Dio nella nostra vita. Se dici «Eccomi» – e lo dici nella pienezza della libertà – Dio può cominciare a lavorare dentro di te con la sua grazia.
Ho detto prima: contempliamo Maria, donna dell’Avvento, come mamma in dolce attesa. Mi è capitato di contemplare nei giorni scorsi una scena bellissima. Davanti ai miei occhi c’era una madre in attesa del secondo figlio, in stato di gravidanza avanzata con il grembo ormai evidentemente gonfio. E lì accanto a lei stava la piccola figlia primogenita, di appena tre anni, che, stanca, si abbracciava al grembo della mamma, con quella semplice sicurezza tipica dei bambini, e nessuno riusciva più a staccarla da quel duplice abbraccio affettuoso. Sì, duplice abbraccio: mentre abbracciava la sua mamma, infatti, abbracciava anche il suo fratellino. Ecco, così avvenga anche di noi. In questo tempo di Avvento, Maria ci appare proprio come la madre che porta in grembo il Cristo. Noi siamo la bimba stanca che cerca sicurezza tra le braccia della mamma. E abbracciando Maria, noi accogliamo anche suo Figlio. Affidandoci a Lei come un bimbo s’affida a sua madre, ci fidiamo di Cristo che Ella porta in grembo. Abbandoniamoci, dunque, in Maria per imparare da Lei ad accogliere Gesù, ad adorarlo, a custodirlo.