Concepire Gesù…

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO – Anno B

Laghetto vicino al Rifugio Sidelen (Svizzera - Canton Uri)

Laghetto vicino al Rifugio Sidelen (Svizzera – Canton Uri)

Avete notato che ci sono due personaggi che nelle letture di oggi dicono: «Il Signore è con te»? Il profeta Natan lo dice al re Davide, l’arcangelo Gabriele lo dice a Maria. Il profeta, però, che con quelle parole voleva rassicurare il re circa il suo progetto di edificare una solida casa a Dio, viene corretto da Dio, il quale vuole sì essere con Davide, ma in un altro modo. Ed è esattamente il modo che, parecchi secoli più tardi, si realizza in Maria, proprio in quella scena davanti alla quale la Chiesa, a pochi giorni dal Natale, ci fa sostare ancora una volta, la scena dell’Annunciazione. In verità, questa pagina del vangelo di Luca è davvero centrale: è il vero Natale, perché parla del concepimento di Gesù nel grembo di Maria. Quelle parole dell’angelo – «Il Signore è con te» – confermate poco dopo dall’accoglienza di Maria – «Avvenga  per me secondo la tua parola» – descrivono il concepimento di Gesù. Più leggiamo e ascoltiamo questa pagina e più questo primo atto supremo della vita di Dio nel grembo di Maria scivola nel mistero. Che cosa è accaduto in quel momento? Non lo sapremo mai! A pensarci bene, non sappiamo nulla anche del nostro concepimento: è un atto che ci sfugge totalmente, e, mentre la nostra nascita ha avuto dei testimoni che possono raccontarcela, il nostro concepimento è racchiuso nel mistero del grembo materno. È avvenuto, magari, mentre nostra madre stirava le camicie del papà, che non era lì presente, ma era a lavorare fuori casa. È avvenuto lungo una traiettoria di vita guidata da Dio, totalmente gratuita e misteriosa. Una donna sa che una nuova vita che comincia a prendere forma in lei è sempre una sorpresa: ella si ritrova, ad un certo punto, una prima quasi impercettibile sensazione di una presenza altra incastonata nel più intimo della sua vita. Il concepimento è davvero un atto divino che sfugge al nostro controllo. Che cosa è accaduto in quel momento? Non lo sapremo mai!

A Maria l’angelo disse semplicemente: «Lo Spirito Santo scenderà su di te». Un altro modo per confermare che «il Signore è con te», ma lo è a modo suo, lo è nel profondo, lo è nella volontà di abitare in te, Maria, sempre che tu dia il tuo assenso. Maria porta, dunque, a compimento nel suo grembo materno… il concepimento che Davide avrebbe voluto realizzare con una casa fatta di cedro da sostituire alla tenda. Davide voleva programmare – da uomo che ama fare progetti – proprio questa abitazione di Dio in mezzo agli uomini. Dio lo riporta alla legge della donna, alla legge della maternità, all’attesa di un mistero edificato da Dio con l’ausilio della carne umana. Davide voleva sistemare Dio dentro un manufatto umano, ma Dio vuole sistemarsi, uomo dentro l’uomo. E per farlo lascia che il mistero resti «avvolto nel silenzio per secoli eterni» come ci ricorda san Paolo, e poi lo fa esplodere – non sappiamo come – nella carne di Maria.

«Il Verbo si fece carne», annuncerà Giovanni nel vangelo del giorno di Natale. E noi dovremmo ogni volta cadere in ginocchio davanti a questo mistero, a questo supremo modo che Dio ha scelto per essere con noi. Maria provò in modo unico e irripetibile quella presenza di Dio nella sua carne, che non aveva conosciuto uomo, e che permise agli uomini di conoscerlo. Ma il concepimento di Dio nella nostra vita è prerogativa di ciascuno di noi. E, forse, questo brano del vangelo di Luca che così spesso ci viene proposto dalla liturgia ha proprio lo scopo di ricordarci il modo della presenza di Dio, che intende dimorare in mezzo a noi. Non vuole che gli facciamo una casa – anche se di case noi gliene abbiamo costruite tante e belle e grandi – ma vuole che diventiamo noi casa per Lui, così che Egli possa continuare ad abitare in mezzo agli uomini di ogni luogo e di ogni tempo. Scriveva sant’Ambrogio: «Se secondo la carne una sola è la Madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo». Gli fa eco il beato Isacco della Stella che, con una stupenda sintesi, dice: «Nella tenda del grembo di Maria il Cristo ha dimorato per nove mesi; nella tenda della fede della Chiesa dimora sino alla fine del mondo; nella conoscenza e nell’amore dell’anima fedele dimorerà per l’eternità». Il nostro progetto sia, dunque, conoscere e amare Gesù.

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