Mettere al centro la carne di Cristo e non il peccato dell’uomo…

Ho la sensazione che noi cristiani abbiamo centrato tutto sul peccato, così da proporre la figura del Cristo redentore, che salva dal peccato. L’espressione contenuta nel preconio pasquale – il testo che si canta all’inizio della solenne veglia pasquale – segna una visione addirittura gloriosa di questa centratura: “O felice colpa, che meritò di avere un tale e così grande Redentore”. Quindi, la grandezza del Cristo sta nella redenzione della colpa di Adamo, da considerarsi addirittura “felice”? Ovviamente, il mistero di morte e risurrezione è evento di salvezza, di cui l’uomo beneficia. Ma il Dio diventato uomo – Gesù Cristo – è nostra salvezza, soltanto in riferimento alla Croce? E’ la croce – a causa del peccato “felice” di Adamo ed Eva – il motivo dell’incarnazione? A me pare di poter rispondere di no.

Aggiungo una considerazione di ordine storico. L’aver centrato tutto sul peccato – con lo scopo di far così risaltare la felicità di avere un Redentore – ci porta in un vicolo cieco, se consideriamo che l’uomo di oggi ha perduto quasi del tutto il senso del peccato. Perché vi sia peccato riconosciuto vi deve essere necessariamente un quadro veritativo, altrimenti il peccato è contro che cosa, contro chi? Venendo meno la verità, viene a cadere il peccato e il bisogno di un Redentore (anche se, lo sperimentiamo, resta attivo e quasi moltiplicato il terreno fertile dei sensi di colpa). Ecco che, allora, avendo centrato tutto sul peccato, ci troviamo ad aver perso per strada… il Redentore, e con lui Gesù Cristo e Dio… In effetti, per l’uomo d’oggi Gesù Cristo si riduce ad essere un inutile orpello entro un quadro antropologico e teologico non più riconosciuto, oppure, quando va bene, un luminoso ed irraggiungibile esempio di bontà (talvolta di buonismo, nelle interpretazioni sdolcinate che se ne fanno), di solidarietà, di dedizione all’uomo.

Credo che occorra una rivoluzione copernicana nel nostro approccio al mistero di Cristo. Dobbiamo mettere al centro Lui, Dio diventato uomo, e il piano di salvezza nascosto da sempre nella stessa creazione dell’uomo nell’immagine di Cristo stesso, primogenito di tutte le cose. Mettere al centro la carne di Cristo – e non il peccato dell’uomo – come sublime progetto divino che fa uscire tutto da Lui e a Lui tutto vuole riportare.

Scrivo questa “meditazione improvvisa” con lo scopo di suscitare una domanda, a cui ho dedicato le pagine del libro che uscirà la prossima settimana e che metterà a tema proprio tale questione.

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