Non è un giorno di lutto, oggi, ma un giorno di contemplazione. Contemplazione delle parole che abbiamo ascoltato nel racconto della Passione secondo Giovanni e, poi, adorazione della Croce di Cristo. Vorrei solo suggerire come educare il nostro sguardo, stasera, così che, lungi dal macerarci in un dolore di maniera che ci scivola via senza lasciare traccia, ci immergiamo invece nella gloria della Croce, in cui l’evangelista Giovanni ha saputo leggere il compimento di tutto. Invero, il suo vangelo avrebbe potuto terminare con la morte di Gesù, in quel grido: «È compiuto», e in quello spirare da cui, in realtà, si sprigiona il dono dello Spirito («consegnò lo spirito»).
Nel cenacolo, la motivazione profonda di quel gesto eucaristico anticipatore che fu la lavanda dei piedi era stata detta così: «Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine». Dovremmo pronunciarlo in greco – εις τέλος [eis telos] – per capire che, sulla croce, la parola detta da Gesù rappresenta proprio il raggiungimento del τέλος, della fine, del fine, del compimento di tutto: τετέλεσται [tetelestai], «è compiuto». Cioè: è qui che l’amore perviene al suo τέλος. Dopo, non c’è più nulla che possa essere aggiunto. Anzi, da questo compimento nasce la presenza perenne dello Spirito, di Dio Amore sempre vivo, sempre presente nella storia degli uomini.
Carissimi, è così che si guarda il Crocifisso, non come una suppellettile generatrice di dolorismo. Il Crocifisso che muore è già il Crocifisso che risorge ed è vivo, con il suo πνεύμα [pneuma], con lo Spirito donato all’umanità. Guardare la Croce, contemplarla, ascoltarla e poi adorarla e baciarla, è già incontrare il senso pieno – compiuto – della vita di Gesù. La risurrezione del mattino di Pasqua è solo una spiegazione, una concessione alla nostra umanità, che vuole vedere e toccare, che ha bisogno di riconoscere. Ma è la Croce che noi appendiamo al muro delle nostre case e che teniamo come un tesoro nella nostra chiesa. È la Croce, in cui abita per sempre l’Amore vittorioso. È la Croce il segno della risurrezione.