I primi giorni della Settimana Santa servono a farci diventare più intimo quel Gesù che è pronto a dare la vita per noi. Oggi, lunedì della Settimana Santa, siamo condotti nella casa di Betania. Sappiamo che cosa è successo in questa località che dista meno di tre chilometri da Gerusalemme: Gesù ha risuscitato l’amico Lazzaro, lo ha ridonato vivo alle sorelle Marta e Maria. In questa casa, benedetta da un sì grande miracolo, Gesù giunge come commensale di una cena, evidentemente di festa, a cui sono invitati anche gli apostoli. Siamo posti di fronte ad uno spettacolo di quella invadenza sconfinata che la persona di Gesù continua a suscitare nella storia.
Il gesto di Maria rappresenta l’invadenza giusta – si direbbe esagerata – dell’amore: versa olio profumato e prezioso sui piedi di Gesù e poi li asciuga con i suoi capelli. È invadente Maria? Sì, e lo è con un gesto femminile che dice il massimo dell’amore che una donna poteva manifestare in pubblico verso un uomo. È talmente invadente Maria che l’aroma di quel profumo invade tutta la casa, cioè tutti sono resi partecipi degli effetti benefici di questo amore esagerato che lega per sempre i piedi di Gesù ai capelli di Maria. Carissimi, non è un amore di quelli che noi chiamiamo «spirituali», quegli amori che sono talmente astratti e cerebrali da rifuggire ogni contatto. No, è un amore che si vede, un amore che non teme di toccare e lasciarsi toccare, un amore che si annusa, un amore che coinvolge i sensi e che inebria le persone.
Le parole di Giuda (sì, perché egli non compie alcun gesto, lancia solo parole…) rappresentano invece l’invadenza sbagliata – si direbbe stonata – di un atteggiamento che vorrebbe appropriarsi di Gesù. Giuda misura l’abbondanza del profumo come spreco e legge la sua preziosità con l’unica lente della monetizzazione (una legge che conosciamo bene e che, purtroppo, governa il mondo). Giuda vorrebbe un Gesù che facesse il Salvatore come ha deciso lui. Vorrebbe misurarlo e finirà per venderlo… per trenta denari, cioè dieci volte meno di quel profumo di puro nardo che valeva trecento denari (lo stipendio di un anno di lavoro!) con i quali Giuda avrebbe voluto aiutare i poveri. Ma Giuda, i poveri, li aveva solo sulla bocca, mentre Maria, i piedi del «povero» per eccellenza, Gesù, li teneva tra i suoi capelli!
Noi oggi siamo qui ad imparare da Maria di Betania quel suo amore invadente che sa custodire Gesù, che sa farsi compagnia dell’itinerario della passione sino alla croce ed al sepolcro. Quell’olio profumato che le donne non riusciranno a stendere sul cadavere di Gesù perché, la mattina di Pasqua, non abitava già più la tomba, è stato versato sui piedi di Gesù, in un profetico anticipo, nella casa di Betania, dall’amore di una donna. Il gesto di Maria, durante una cena conviviale di gioia, sostituisce la pietà verso un defunto, che la morte non ha potuto trattenere nel sepolcro.
(Su questo tema vedi anche: AGOSTINO CLERICI, Incontrare il Risorto. Riflessioni per il Triduo pasquale, Paoline, Milano 2010, 7-10)