Gesù sul monte si lascia guardare da Pietro, Giacomo, Giovanni. Che cosa vuol dire? Che prima non era mai successo? No, mai così prima di quel giorno. Vedevano Gesù tutti i giorni, stavano sempre con lui, giravano per i villaggi, dialogavano, mangiavano insieme. Eppure, solo quel giorno, sul monte, Gesù si lasciò guardare nel profondo, si lasciò come riconoscere in quello che Egli era veramente. La trasfigurazione è esattamente questo: la possibilità di uno sguardo che è più profondo di un semplice vedere. Guardare è più che vedere. Vedere può essere anche solo avere gli occhi aperti e registrare tutto ciò che ci passa davanti. Guardare dice la decisione di dirigere lo sguardo in un punto preciso e lasciarsi impressionare da ciò che si vede e, addirittura, riuscire a scorgere qualcosa di più di quello che semplicemente si vede. Sul monte ai tre discepoli è accaduto proprio questo: Gesù lo vedevano tutti i giorni, ma in quel momento videro un miracolo di splendore: «il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce».
Che cosa era successo? Bene bene noi non lo sappiamo. Pietro, Giacomo e Giovanni sono confusi, quasi tramortiti. Racconteranno quel fatto solo dopo la risurrezione di Gesù, perché egli aveva loro detto di non dire niente a nessuno di quanto avevano visto. Possiamo dire così: avevano guardato Gesù e avevano visto Dio. Perché Gesù è la bellezza di Dio. Per vedere Dio bisogna guardare Gesù, e Gesù ce lo mostra in tutta la sua bellezza. Il momento della trasfigurazione è come una porta aperta sul mistero di Dio: l’umanità di Gesù è lì davanti ai tre discepoli, è come uno spiraglio da cui improvvisamente fuoriesce tutto il bagliore di Dio. Oggi ci domandiamo: la trasfigurazione è una cosa a cui hanno assistito solo Pietro, Giacomo e Giovanni, oppure in qualche modo è un’esperienza che possiamo fare anche noi? Nella sua unicità quell’evento è stato reso possibile solo per quei tre discepoli, ma nella sua verità più profonda esso continua ad accadere. Vediamo come.
Un primo modo è sperimentabile proprio qui nella nostra chiesa: se Gesù è la bellezza di Dio, l’Eucaristia è la bellezza di Gesù. Dovremmo dire come Pietro sul monte: «Signore, è bello per noi essere qui!». Perché ogni volta che celebriamo la Messa, ogni volta che facciamo la comunione eucaristica, se sappiamo avere uno sguardo profondo, vediamo anche noi Dio nella sua luce sfolgorante. Quello che mangiamo qui è solo un pezzo di pane, eppure lo sguardo della fede vi sa scorgere la persona reale di Gesù. Ciò che noi siamo qui a Messa è un insieme di uomini, donne e bambini diversi tra di loro e non sempre capaci di andare d’accordo, eppure lo sguardo che la comunione eucaristica ci regala ci fa vedere una comunità, ci fa vedere quasi il formarsi davanti ai nostri occhi del corpo stesso di Gesù, della sua Chiesa. Oh, se sapessimo cogliere davvero questo miracolo! Se fossimo più consapevoli di quale tesoro è depositato nelle nostre mani e nei nostri cuori, usciremmo dalla chiesa con la sensazione di aver incontrato la bellezza di Dio, anche noi – come quei tre discepoli – con una luce dentro il cuore.
Ma c’è un secondo modo per sperimentare la trasfigurazione, dentro la trama della nostra vita. I tre discepoli ebbero bisogno di non fermarsi ad un vedere distratto, dovettero avere uno sguardo particolare per riconoscere, nell’esplosione della luce sul monte, Gesù, l’amico ed il maestro. Anche noi abbiamo bisogno di uno sguardo attento e non superficiale per conoscere le persone che ci circondano e per elaborare i fatti che avvengono attorno a noi. Siamo, invece, così istintivi e affrettati, distratti e poco riflessivi e l’essenziale ci sfugge. Dobbiamo proprio allenare lo sguardo per andare oltre la prima impressione. Questo sguardo che sa leggere dentro si chiama amore. Noi crediamo che sia la conoscenza a condurci ad amare una persona. Invece è solo l’amore che ce la fa conoscere davvero. Amando, si conosce sempre meglio una persona e se ne sa cogliere la bellezza. Preghiamo allora il Signore così: «Signore Gesù, apri gli occhi della mia mente e del cuore. Aiutami a cercare sempre oltre, nella ricerca del bene e dell’armonia. Gesù, mentre io guardo il mondo e le persone, tu guarda me. Amen».