La vogliamo finire con la retorica dolciastra su papa Francesco?

A mezzogiorno, mentre papa Francesco dava la sua benedizione alla città di Roma e al mondo in occasione della Pasqua, mi trovavo in macchina. Ho ascoltato le parole del suo messaggio di pace e ho accolto la sua benedizione. Poi ho dovuto sorbirmi qualcosa che, purtroppo, negli ultimi giorni è stato quasi un supplizio quotidiano: la melense retorica di giornalisti e commentatori. Devo confessare che non ne posso più e la tentazione era quella di spegnere la radio. Il Papa ha passato in rassegna le situazioni di guerra e sofferenza che attanagliano il mondo, ha individuato la peggiore schiavitù che attanaglia l’umanità nella tratta delle persone. Ha parlato in italiano e ha dato la sua benedizione in latino e non ha usato altre lingue. Chi ha parlato dopo di lui a Rai Radiouno – il vaticanista Raffaele Luise e gli altri che hanno commentato – si sono persi nella retorica del papa buono, del papa rivoluzionario, del papa che stronca consuetudini secolari, che non mette la mitra e non usa il pastorale per benedire, che omette la litania degli auguri nelle diverse lingue. Quando venne introdotta la prassi di fare gli auguri in molteplici idiomi del mondo si disse che era una rivoluzione, che avvicinava Roma al mondo. Ora che viene omessa si dice che è un fatto rivoluzionario che ridona semplicità al gesto di benedire, il quale così assomiglia a quello di un parroco.

Basta, per favore, con questo inutile effluvio di retorica! Non fa bene nemmeno a papa Francesco, che non si comporta in questo modo per essere rivoluzionario o per dare occasione a qualche giornalista di sciacquarsi la bocca. Ben presto – ne sono certo – egli dirà parole forti e le dirà con quella sua tipica semplicità che farà apparire le sue parole ancora più forti, e allora tanto falso entusiasmo e tante illusioni finiranno nel dimenticatoio. Questo Papa – come del resto ogni Papa che il Signore ci ha dato – sarebbe bene ascoltarlo e far tesoro di quanto ci dice nella nostra coscienza di uomini e cristiani. Tutto ciò che eccede è opera del demonio.

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3 thoughts on “La vogliamo finire con la retorica dolciastra su papa Francesco?

  1. Sono d’accordo con Lei don Agostino,non ne posso piu’ nemmeno io!!!
    Sembra quasi che i predecessori di Papa Francesco siano stati degli incapaci a guidare il popolo di Dio:ogni papa e’ quello giusto per il suo periodo di pontificato.Aspetto solo di vedere quando Papa Francesco tocchera’ argomenti di natura morale ed etica se ci saranno ancora questi entusiasmi melensi.Intanto godiamoci le immagini che ci mostrano Papa Francesco e Benedetto XVI in ginocchio a pregare insieme:questa si che e una grande NOVITA’!

  2. don Agostino nulla di nuovo(tranne la risurrezione)la storia si ripetera’ immancabilmente: osanna osanna osanna appena una settimana dopo crocifiggi crocifiggi crocifiggi meno male che il Signore…………

  3. Effettivamente (e forse esagero un po’), come scritto dal Sig. Claudio, sembra quasi che, prima di Papa Francesco, ci sia stato, nella migliore delle ipotesi, il nulla…..
    …..
    E’ in parte, a mio parere, il ‘classico e infantile’ comportamento italiano, portato da un lato all’innamoramento della novità e subito dimentico delle di ieri certezze e, dall’altro, all’osanna indistinto del nuovo ‘capo’ (sempre pronto, qualora mettesse un piede in fallo, a ‘rinnegarlo’). La ‘fatica’ (per me; la ‘gioia’ sicuramente per tanti altri) di essere veramente Cristiani è uguale con ogni Papa…
    …..
    Certo, non ho memoria di comportamenti simili adottati da altri Papi (da Paolo VI ad oggi). E, del resto, questo Nome, penso che possa essere impegnativo sia per il nostro Pontefice, che (se non soprattutto) per noi credenti.

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