“Gender persecution” contro il vescovo di Trieste

La vicenda del vescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, è poco nota, perché purtroppo certe notizie non trovano rilevanza su giornali e in televisione. Sabato 12 gennaio una manifestazione (un po’ vigliacca) ordita dall’Arcigay è stata organizzata proprio sotto il Palazzo della Curia. Come mai? Per urlare che il vescovo della città giuliana è un intollerante razzista e per accusarlo di omofobia. La nuova persecuzione anticristiana ha ormai questo capo di imputazione inventato dalla nuova Gender-persecution, tutta fondata sull’annullamento della differenza sessuale, osteggiata da chi difende il matrimonio tra un uomo e una donna e la famiglia con un padre (maschio) e una madre (femmina). In una coraggiosa intervista di Stefano Fontana, direttore del settimanale cattolico di Trieste Vita Nuova, mons. Crepaldi dice di essersene stato in preghiera nella cappella, prima, e poi in piacevole lettura del saggio di Rodney Stark, Il trionfo del cristianesimo, mentre fuori veniva messa in scena la farsesca gazzarra. E pensare che mons. Crepaldi ha addirittura guidato la Delegazione della Santa Sede alle Nazioni Unite per una sessione speciale di lavori sul razzismo e dal podio del Palazzo di vetro ha preso anche la parola!

La manifestazione contro il Vescovo è stata preceduta in città da una campagna contro l’omofobia fatta sugli autobus. Mons. Crepaldi afferma che «l’obiettivo finale di queste campagne è quello di minare un caposaldo della civiltà, la concezione della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, equiparandola ad altre forme di convivenza». Mons. Crepaldi si dice amareggiato anche per gli «scivoloni istituzionali» in cui sono caduti alcuni esponenti politici della città e della provincia.

Bisogna dare atto al vescovo di Trieste di aver avuto il coraggio di parlare e, quindi, di vedersi perseguitato da urla e schiamazzi di pochi scalmanati e da tanta indifferenza (e non so che cosa amareggi di più!). Altri vescovi preferiscono stare in silenzio su questo argomento, limitandosi a qualche timido accenno. I cattolici – è una mia impressione – come al solito dormono e non si scaldano troppo per queste problematiche. E tacciono finora anche i candidati che si dichiarano cattolici e che sono presenti nei diversi schieramenti. Sonno della ragione?

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