Quando Materazzi urtò con il petto la testa di Zidane…

Nel cuore di Parigi c’è la testata di Zinedine Zidane. Quello che è considerato un atto eroico dai vanesii cugini d’oltralpe, ora è più che un semplice chiodo fisso nella loro memoria nazionale, ma si è materializzato in una statua alta cinque metri e posizionata nel cuore della capitale francese, nella piazza del Centre Pompidou. A realizzare l’opera è stato un giovane artista, algerino come il calciatore protagonista in negativo della notte della finale dei Mondiali di Calcio 2006, vinta – lo ricordiamo con un pizzico di orgoglio – dall’Italia che batté i galletti di Francia. C’era bisogno di una statua per un gesto che deve essere considerato agonisticamente negativo? Forse sì. Ai francesi quella sconfitta brucia immensamente ancora oggi a distanza di sei anni e Zinedine Zidane, autore della plastica testata ai danni del nostro Materazzi, non si è mai veramente pentito di quel gesto così poco sportivo. E nemmeno i francesi, del resto, che continuano a ritenerlo un eroe, uno che al calcio non gioca con i piedi ma con… la testa, un vero gladiatore degno dell’antica Roma oppure, se preferite, una sorta di novello Asterix che i soldati romani li fa saltare come birilli. Ricordo che l’allenatore francese Domenec lasciò quasi intendere che fu Materazzi ad urtare con il suo petto la testa di Zidane. Del resto, se non vado errato, al calciatore algerino fu assegnato il premio come miglior giocatore di quei Mondiali…

I francesi erano invidiosi dei nostri magnifici bronzi – non solo quelli di Riace – e ne hanno voluto mettere uno all’ingresso del loro museo d’arte contemporanea? Benissimo. Era un loro diritto e bisogna riconoscere che hanno scelto il soggetto che meglio si addice alla loro indole incline allo sciovinismo. Ora, però, nessuno c’impedirà di dire che i nostri cugini d’oltralpe hanno proprio… la faccia di bronzo!

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