PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA – Anno A

«Sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Questa tentazione del serpente – che fu vincente sui progenitori – forse non interessa più l’uomo e la donna di oggi. Essere come Dio che cosa significa veramente? Non è forse vero che Dio è stato emarginato dal campo delle decisioni umane? Dio, se c’è, sembra non contare.
E poi esistono ancora il bene e il male? Oppure ognuno ha il suo metro di giudizio e decide autonomamente che cosa è bene o male per lui in quel determinato momento? Non serve più essere come Dio per poter maneggiare il bene e il male! Eppure, in quella falsa promessa del serpente c’è una menzogna che è necessario portare alla luce. L’uomo e la donna hanno già ricevuto il soffio di vita di Dio e la loro libertà è già relazione piena con Dio. Non hanno bisogno di essere come Dio, perché godono già della compagnia di Dio, e con la loro disobbedienza stanno gettando al vento la loro stessa immagine e somiglianza con Dio.
Il racconto del giardino che completa quello della creazione è un annuncio della separazione tra l’uomo e Dio – diavolo significa proprio questo, separazione – che viene a sconquassare la nostra vita in tante situazioni concrete e quotidiane. Ed ecco perché, all’inizio della Quaresima – tempo che ci prepara ogni anno alla celebrazione della Pasqua di salvezza – siamo portati nel deserto delle tentazioni: Gesù, per ricostruire la trama della creazione, si mette sotto il tiro del diavolo e lo sconfigge, ridando forza anche a noi e sanando la nostra ferita.
Certo, a lui il diavolo per tentarlo non dice: «Saresti come Dio». Lo sa che è Dio. Lo stuzzica proprio a partire dalla sua condizione divina: «Se tu sei Figlio di Dio», trasforma le pietre in pane, gettati giù dal punto più alto del tempio. Ma non è così che il Figlio di Dio intende manifestare la sua potenza. Il pane lo darà in abbondanza a partire da poco pane donato. E dal punto più alto di una croce si getterà giù in un abisso di amore e di perdono. Nel deserto delle tentazioni Gesù inaugura il suo cammino nuovo. Anche noi ci poniamo da subito sui suoi passi.
UN CAMMINO NUOVO. La parola “diavolo” si comprende a fatica, pare quasi un retaggio di superstizioni. No! In greco “dia-ballo” significa separare, ovvero separazione dell’uomo da Dio, che come bene scrive don Agostino: “viene a sconquassare la nostra vita in tante situazioni concrete e quotidiane.” All’inizio della Quaresima a noi Gesù propone un cammino nuovo: non di separazione ma di relazione piena con Lui…