TRENTATREESIMA DOMENICA DELTEMPO ORDINARIO – Anno C

Il discorso di Gesù prende avvio da alcune considerazioni che egli fa sul tempio di Gerusalemme, di cui gli ebrei andavano orgogliosi: «Non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». In effetti, quarant’anni più tardi il tempio sarà distrutto.
Ma tale esordio è solo un’occasione per parlare del percorso della vita, non verso la sua fine ma verso il suo fine. Gesù ostinatamente, a chi gli domanda predizioni sulla fine propone una serie di avvertimenti preziosi per l’oggi: per guidare la macchina si studiano i cartelli stradali, per guidare la vita verso il suo fine Gesù indica tre segnali messi sul nostro cammino per raggiungere la meta.
Il primo segnale è un segnale di percolo: pericolo di inganni. Attenti soprattutto a non confondere la via che è Gesù Cristo con questo o quel viottolo, con una delle tante stradine o scorciatoie, che hanno la pretesa di impacchettare il Vangelo dentro una ricetta, un gruppo o una tendenza: «Se vuoi salvarti devi credere questo, devi fare così, devi seguire il santone di turno». Ebbene, il monito di Gesù è perentorio: «non andate dietro a loro!».
Il secondo segnale è un segnale di divieto: divieto di sfiducia. Viviamo in un mondo che dà occasione quotidiana di lamentela e delusione a motivo della sfiducia che si nutre nei confronti delle strutture che dovrebbero essere capaci di affrontare la crisi e di dare risposte di giustizia. Gesù dice che anche la persecuzione – fosse pure quella del silenzio o del ridicolo – è «occasione di dare testimonianza» e non di dare le dimissioni.
Ecco allora il terzo segnale, un segnale di obbligo: obbligo di perseveranza. Non si tratta di un’azione particolare, ma della qualità che dà forza e continuità ad ogni azione. La perseveranza è la qualità che rende autentica ogni altra virtù (anche l’amore è vero, solo se è perseverante). Spesso, invece, non siamo perseveranti per paura di restare soli e diciamo a noi stessi – quasi a scusarci per aver desistito – che in questo mondo dobbiamo pur viverci. Certo, ma questo mondo è avviato verso la fine, e solo con la nostra perseveranza salveremo la nostra vita, già adesso.
” già adesso”. Se seguiamo Gesù ( lui, unico maestro) con fiducia e perseveranza, vivremo nella gioia da subito. E ci accorgeremo che la strada, percorsa con consapevole serenità, ci regalerà istanti (ogni passo) bellissimi, aprendoci orizzonti di infinito. La strada abbraccia, in crescendo, la gioia della meta. E se dalla mia vita limitata e precaria posso scrivere questo, credendoci, chiunque può crederci senza timore.
SEGNALI VERSO IL FINE DELLA VITA. Don Agostino sintetizza il discorso di Gesù in tre segnali: 1) pericolo di inganni, 2) divieto di sfiducia, 3) obbligo di perseveranza. L’inganno è sempre esistito, ma nell’attuale momento storico ci sono vendute ricette effimere ed individualistiche, che allontanano sempre più dal Vangelo. La sfiducia nei confronti delle strutture politiche, economiche e a volte anche ecclesiali genera in noi grande delusione, ma, se ci proclamiamo cristiani, dobbiamo continuare a dare testimonianza anche in silenzio (oggi tanto importante per evitare il chiacchierio mondano). La perseveranza è il più difficile dei tre segnali e scrive don Agostino: “è la qualità che rende autentica ogni altra virtù” E allora perseveriamo per salvare già ora la nostra vita!