La virtù dell’amabilità

TERZA DOMENICA DI AVVENTO – Anno C

È la domenica della gioia, nel cammino verso il Natale. L’invito viene da san Paolo: «Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti». A noi sfugge che cosa significhi l’essere sempre lieti, perché abbiamo confuso la gioia con l’allegria, e questa la intendiamo come una soddisfazione sguaiata e passeggera.

San Paolo parla di letizia per indicare la condizione di chi è sereno perché il Signore è vicino, e per questo può evitare di angustiarsi, chiuso nella morsa dell’ansia. Non è facile raggiungere questo equilibrio, anche perché per realizzarlo perfettamente ci vorrebbe la collaborazione di tutti: basta, infatti, che qualcuno sia fuori da questo circolo virtuoso, per generare occasioni di ansia anche per gli altri, che pure cercano di vivere sereni. La gioia è un bene comune, non una conquista privata. Si raggiunge non con uno sforzo, ma con uno scambio di doni.

Ecco perché i consigli dell’apostolo sono molto più concreti di quanto possano apparire. Innanzitutto: fate conoscere la vostra amabilità, cioè siate persone a cui si possa facilmente voler bene e che si lasciano amare. Credo proprio che il lasciarsi amare sia una dimensione dell’amore che il nostro mondo ha totalmente smarrito, seppellendola sotto il culto dell’apparenza esteriore. Lasciarsi amare è questione di interiorità e profondità, che però giunge in superficie e sa mettersi a disposizione dell’altro in modo gratuito.

L’amabilità è diventata una virtù rara, che sarebbe davvero un volano per la gioia delle nostre comunità. Purtroppo – e questo succede anche nella Chiesa – spesso si respira aria pesante, anzi manca il respiro, perché è tutto calendarizzato e standardizzato e la fantasia fa fatica a trovare spazio. Oppure, per “produrre” la gioia ci si affida all’organizzazione di feste, che non di rado generano solo emozioni passeggere e poco feconde di un bene che sia duraturo. Invece – e vale soprattutto per la Chiesa – bisogna invocare e tendere alla pace, non come prodotto di un’alchimia pastorale, ma come il dono di Dio che – dice san Paolo – «supera ogni intelligenza» e custodisce i nostri cuori. 

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4 thoughts on “La virtù dell’amabilità

  1. Scrive Don Agostino:” San Paolo parla di letizia per indicare la condizione di chi è sereno perché il Signore è vicino, e per questo può evitare di angustiarsi, chiuso nella morsa dell’ansia. Non è facile raggiungere questo equilibrio, anche perché per realizzarlo perfettamente ci vorrebbe la collaborazione di tutti”. Ritengo importante, come fa sempre con fantasia Anna Girola, fare il commento sul blog di Agostino Clerici per tenere vivo il “volano” dell’amabilità collaborando tutti, perchè lo stare fuori può generare “occasioni di ansia anche per gli altri, che pure cercano di vivere sereni”. Invito i molti miei amici che leggono il blog, ma non scrivono il commento per timidezza, per mancanza di tempo oppure per semplice pigrizia a farlo! Questo moderno strumento di interazione a distanza non è la semplice mail di invio dell’omelia domenicale di Don Agostino, ma una occasione preziosa per comunicare gioia e serenità tra di noi perchè il Signore è vicino; è un modo di fare Chiesa anche fuori dai muri della chiesa…

  2. Penso che la gioia sia segno di armonia con se stessi, con Dio, con le persone vicine, con la natura. A me è sempre piaciuto il saluto ebraico shalom che non è solo pace ( come assenza di tensioni) ma proprio armonia. Bellissima parola che suggerisce uno stato d’animo costante, sereno nei confronti di tutto e di tutti. Abbandono e fiducia generano armonia; apertura e accoglienza dei doni, delle ” gentilezze” della vita che ci sono sempre e sono molteplici. Noi spesso leghiamo la gioia alle cose e alle circostanze: allora è comprensibile che sia ondivaga, c’ è a volte, se… Invece la gioia dipende da un nostro atteggiamento di fondo, dal modo con cui ci poniamo nella vita.

    • E certamente sbagliato legare la gioia alle cose e alle circostanze che la rendono ondivaga. Dipende dal nostro atteggiamento di fondo nei confronti della vita, è vero. Ma le persone sono determinanti per la stabilità di questo atteggiamento…

  3. Penso anche che sia una virtù coraggiosa, e – per i cristiani – un impegno e persino un “dovere”. Questa domenica ci invita a rallegrarci perché la salvezza è vicina. E noi sappiamo che lievita paziente in mezzo a noi. Ogni cosa ( dobbiamo esserne certi) finisce fra le braccia di Dio.

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