VENTINOVESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

«A che cosa mi serve l’altro?». Ogni potere mondano è centrato su questa domanda, esplicitamente detta o implicitamente pensata. Anche Giovanni e Giacomo sembrano partire dalla stessa domanda: «A che cosa ci può servire questo Gesù?».
Il problema, insomma, è come sfruttare una persona e una situazione per ottenere un vantaggio per se stessi. Se di fronte ad un altro mi faccio questa domanda, nego di fatto la possibilità di entrare in relazione con lui, perché egli non esiste più come soggetto davanti a me, ma io lo trasformo in un oggetto utile al mio scopo.
La domanda del potere evangelico è diametralmente opposta a questa: «Come posso servire l’altro?». È la domanda che Gesù si fa, e gli altri da servire sono tutti gli uomini. La risposta che egli si dà è: «dare la propria vita in riscatto per molti». Di solito la nostra attenzione cade sulla parola «riscatto», inteso come una somma di danaro da pagare per liberare un prigioniero. Ebbene, il danaro di Gesù – primo di tutti perché servitore di tutti – è la vita. Non cose o soldi, ma la vita. E non solo il dono della vita nel momento della morte di croce, ma il dono della vita in ogni momento della vita.
Gesù dona la sua vita in riscatto quando lascia la sua uguaglianza con Dio per prendere una carne umana, quando si preoccupa dei malati e dei sofferenti, quando si fa vicino ai poveri, quando ascolta le persone, quando insegna e racconta le parabole, quando costruisce una rete di persone che lo seguono più da vicino, quando crea rapporti di amicizia e amore.
Il potere evangelico – fondato sull’affermazione: «Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore» – ha bisogno di un nuovo popolo, perché rappresenta un modello di potere che è in contrasto con tutti i modelli del potere mondano. Questo nuovo popolo diffuso ovunque è la Chiesa, che dovrebbe – il condizionale, purtroppo, è d’obbligo – essere una relazione tra persone in cui ciascuno è disposto a pagare per l’altro, a offrire il suo umile contributo, a prestare il suo servizio. E chi sta più in alto nella Chiesa deve dare il buon esempio.
Scrive Don Agostino: “Il potere evangelico – fondato sull’affermazione: Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore – ha bisogno di un nuovo popolo, perché rappresenta un modello di potere che è in contrasto con tutti i modelli del potere mondano”. Il mondo post-moderno, cadute le ideologie, è infatti sempre più caratterizzato dall’individualismo sfrenato, che ritiene il paradiso come benessere individuale che non si cura dell’altro, nemmeno nella famiglia. La Chiesa è invece una relazione tra persone in cui ciascuno è disposto a prestare il suo servizio per l’altro; ne ha dato un umile ma grande esempio Albino Luciani, prima come Patriarca di Venezia, poi come Papa (anche se per un solo mese). Ha cercato con umiltà di dare il dono della vita in ogni momento della vita…
È davvero sempre questione di punti di vista. Il nostro, quello di Gesù. Che cosa possiamo chiedere se non abitare lo sguardo di Gesù, farlo nostro?