Incontro al Signore!

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

Questa festa ci riporta alla gioia del Natale. È una nuova occasione per rinnovare in noi la consapevolezza dell’incarnazione. Quaranta giorni dopo il Natale si compie un avvenimento che – a giudicare dall’insistenza dell’evangelista Luca – è tutto «secondo la Legge». Una mamma e un papà presentano il loro primogenito al tempio e fanno l’offerta sostitutiva di una coppia di tortore o di giovani colombi: sembra una semplice formalità legale, un episodio che si perde nella routine quotidiana del tempio, in cui c’è sempre tanta gente che va e viene. Vorrai mica accorgerti di Maria, Giuseppe e Gesù in tutto quel trambusto! Invece sì, ma ci vogliono due vite anziane come quelle di Simeone e Anna per non mancare all’appuntamento con la novità strabiliante che attraversa quel gesto.

La virtù che caratterizza maggiormente questi due vegliardi è la speranza. Non c’è in loro quell’atteggiamento che rischia di attanagliare la vita umana che volge al suo declino nella morsa dei ricordi, in un ripiegamento sul passato. No, essi vedono il Bambino Gesù e guardano avanti. Da questo punto di vista – che è il punto di vista dello Spirito, che muove Simeone e commuove Anna – essi sono due giovani, altro che vecchi! Infatti, è giovane chi è capace di sperare. Ed è capace di speranza solo chi sa attendere e magari, come i due vecchi frequentatori del tempio di Gerusalemme, ha atteso a lungo.

Ho detto che essi vedono il Bambino Gesù. Ebbene, mi correggo. Simeone non si limitò a vederlo, ma «lo accolse tra le braccia». Simeone è il prototipo di quello che potremmo definire l’«Accoglitore» di Dio. E si tratta di un’accoglienza che si fa «tra le braccia», non semplicemente nel pensiero. Questo coinvolgimento della fisicità è un aspetto tipicamente cristiano che, però, fatica ad abitare le nostre vite. La legge del cristianesimo è l’incarnazione e noi continuiamo a vivere come se essere cristiani sia l’adesione ad una dottrina. Che bello, invece, questo Simeone che esplode nella benedizione di Dio solo quando la carne di Dio è adagiata tra le sue braccia, ed è la carne di un bambino, è la carne fragile e indifesa di un neonato. «Sì, o Signore – dice – ora posso andare in pace, perché i miei occhi hanno visto la luce che illuminerà tutti gli uomini». I suoi occhi l’hanno vista, ma quella luce non è un abbaglio, non è un pensiero improvviso della mente. No, la «Luce per illuminare le genti» sta tra le sue braccia vecchie e cadenti, che sono prodigiosamente sostenute proprio da quel fragile bambino che esse ricevono e accolgono.

A Maria il vecchio Simeone annuncia la Luce, ma non tace il dolore che le creerà l’essere la madre di quel Bambino che «è qui per la caduta e la risurrezione di molti», vero e proprio «segno di contraddizione». Si è giustamente letto in quelle parole così crude – «anche a te una spada trafiggerà l’anima» – il preannuncio della croce sotto la quale starà Maria. Non c’è dolore più grande sulla terra di quello di una mamma che vede morire il proprio figlio. Quante spade trafiggono l’anima delle madri, il cui destino è indissolubilmente legato a quello dei propri figli! Ebbene, oggi noi vogliamo deporre tutto questo dolore sull’altare che ripresenta la croce su cui Cristo ha donato la sua vita. E ci impegniamo tutti, celebrando questa Messa, a dare la luce al mondo a partire dalla luce che Gesù ci dona. Egli ce la dona venendo tra le nostre braccia. Non possiamo credere, nel donarla a nostra volta, di cavarcela con qualche pensierino devoto o con parole di circostanza. C’è bisogno di impegnare la nostra carne, la nostra vita.

La Chiesa celebra oggi la Giornata della vita consacrata. Vi sono uomini e donne che hanno scelto di donare tutta la loro vita con una speciale consacrazione a Dio. Perché queste persone sono speciali? Non sono consacrati più degli altri, ma consacrati per tutti gli altri, in un modo che desidera ricopiare la fedeltà e la totale disponibilità di Dio. Ci riescono sempre? Purtroppo, no! Per questo hanno bisogno e meritano la nostra simpatia e la nostra preghiera.

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One thought on “Incontro al Signore!

  1. Grazie di cuore, ogni parola del Suo di domenica è pensata,sentita, trasmessa e infinitamente preziosa. GRAZIE. Ho letto e riletto il Suo articolo è continuerò a farlo. Con stima e riconoscenza Gabriela Moschioni

    Inviato da smartphone Samsung Galaxy.

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