Corriere di Como, 23 aprile 2019
Forse la Pasqua non genera stupore neanche tra i cristiani. Si direbbe che questa festa contiene una notizia, che non è ancora esplosa compiutamente nel cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo. Ci ripensavo la sera di Pasqua vedendo il film “Risorto” diretto da Kevin Reynolds (una sorta di sequel non ufficiale de “La Passione di Cristo” di Mel Gibson). Nella trama del film la morte e la risurrezione di Gesù sono intrecciate con la vicenda di un tribuno romano, Clavio, incaricato da Pilato di indagare sulla scomparsa misteriosa del corpo di Gesù, che sarebbe stato trafugato dai suoi discepoli, i quali invece affermano che egli è risorto.
Dove sta la verità? Al principio il tribuno è allineato sulla tesi del trafugamento e cerca un cadavere e ne inquisisce i potenziali ladri. Poi, proprio grazie all’incontro con alcuni dei discepoli di Gesù, in lui si insinua il dubbio. È paradigmatico che proprio il dubbio – ancora oggi erroneamente considerato come un avversario della fede – conduca Clavio davanti all’evidenza che distrugge ogni macchinazione. Certo, a lui capita la fortuna di trovarsi nel posto giusto nel momento giusto, dotato di quell’onestà intellettuale che si addice ad un uomo in cui il dubbio ha generato lo spazio per l’accoglienza di una cosa nuova.
Da questo punto di vista il film riposa su una dinamica investigativa che avrebbe bisogno di trovare posto nel nostro mondo. Ci vantiamo di essere liberi, invece siamo ingessati dogmaticamente nelle nostre impuntature. Il tribuno romano Clavio è libero di cambiare: da cultore del dio Marte diventa discepolo dell’uomo risorto Gesù, senza nemmeno passare dalla mediazione del Dio degli ebrei. Certo, a lui capita la fortuna di trovarsi nel luogo dove si erano rifugiati gli apostoli, quando Gesù, otto giorni dopo la risurrezione, si rende presente, e c’è anche Tommaso che la domenica prima non c’era.
Certo, Clavio riconosce Gesù, perché lo vede risorto e lo aveva visto morto. La sua, però, non è una conversione intellettuale, ma un cambiamento di esperienza. Ed esattamente questa è la Pasqua, questa è la notizia che non è ancora esplosa. Purtroppo tanti cristiani non hanno ancora fatto Pasqua così, e si limitano ad una escursione liturgica che non modifica la vita, quella di tutti i giorni.
Pilato e il Sinedrio – il potere politico e quello religioso uniti nel medesimo intento – sono preoccupati di dare una spiegazione plausibile e ragionevole ad un sepolcro che non è stato capace di trattenere un morto così importante. Cercano un cadavere rubato, per mettere a tacere le voci di risurrezione. Non hanno capito, non sono ben disposti di fronte ad una cosa nuova, la risurrezione. Attenti però, perché non hanno capito quello che è successo a Pasqua nemmeno quanti credono che Gesù è risorto perché è semplicemente tornato indietro alla vita di prima (come Lazzaro). No, il Risorto non è tornato indietro, ma è andato avanti in una vita nuova. C’è solo questa possibilità, perché l’alternativa è continuare a cercare un cadavere trafugato o seguire un resuscitato in attesa che muoia una seconda volta (come Lazzaro).
Forse il nostro mondo non è pronto a questa cosa nuova che è la risurrezione. Bisogna ancora seminare il dubbio per raccogliere la fede.