SECONDA DOMENICA DI AVVENTO – Anno C
La voce che grida nel deserto sembra essere quella che annuncia l’apertura del nuovo tratto dell’alta velocità ferroviaria: «Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate». Frecciarossa in tre ore da Milano a Roma! A dire il vero, il Natale a cui ci prepariamo è una notizia assai più sconvolgente: la distanza tra uomo e Dio viene addirittura annullata. Ed è ora il tempo di prendere sul serio le parole del profeta Isaia, che l’evangelista Luca vede realizzate in Giovanni Battista. Egli è il centro del mondo in attesa di Dio. È su di lui che venne la Parola di Dio, e questo è già molto strano. L’inizio del vangelo odierno è un pugno nello stomaco della nomenclatura internazionale. Pensate se vi dicessero che le sorti del mondo, nella nuova era del presidente Trump, dei vari capi delle nazioni più industrializzate, di Macron, Merkel, Teresa May, Putin, del primo ministro cinese Xi Jinping o del neoeletto presidente brasiliano Bolsonaro, fossero nelle mani di uno sconosciuto che grida nel deserto del Sahara, su cui è scesa la parola di Dio. Ciò di cui tutti parlano, ciò che riempie i giornali e apre i telegiornali, è una semplice cornice coreografica: il centro, il quadro vero e proprio, è quella voce che grida di preparare le vie del Signore e di raddrizzare i suoi sentieri.
Tornando al nostro treno superveloce, il fatto è che su di quello sali e ti siedi comodamente nel posto prenotato e la via te l’hanno preparata, e tu non devi fare nulla. Le vie tortuose che sono diventate diritte grazie a modernissime gallerie sono quelle dell’Appennino. Nel nostro caso il Frecciarossa sei tu, e sei tu che devi spianare la tua via impervia. È la tua vita che deve essere preparata perché il Signore della storia la possa abitare. Questo messaggio, che è il cuore dell’Avvento, risuona come la parola decisiva, la più importante, l’unica che davvero conta nella nostra preparazione annuale del Natale.
Che cosa significa preparare la via? Quali sono i burroni da riempire e i monti da abbassare? Quali le vie da spianare? Ciascuno di noi si trova a fare i conti con le asperità della sua vita. Ma vi sono tre ostacoli comuni che dobbiamo superare, tre montagne che rendono tortuoso il nostro percorso e che avrebbero bisogno di essere superate in galleria.
Il primo masso sulla strada è l’emarginazione di Dio. L’uomo di oggi – e noi non sfuggiamo a questa categoria – pensa di poter vivere senza Dio, anzi lo avverte come un ostacolo. E invece il vero ostacolo è la sua assenza. L’uomo senza Dio è meno uomo. Crede di essere un Frecciarossa, invece è una modesta littorina che arranca in salita. Preparare la strada, allora, significa dare a Dio il tempo che è di Dio, riconoscergli il suo ruolo di Signore provvidente della storia, che pure resta affidata alla nostra libertà e responsabilità.
Il secondo masso sulla strada è il venir meno della preghiera. Anche chi ha messo Dio nella sua vita, non trova poi il tempo da dedicare alla preghiera. C’è una frenesia del fare che ha emarginato la meditazione e la preghiera. Ora, senza corrente elettrica, anche un vecchissimo treno a vapore arriverebbe a Roma prima del Frecciarossa. Noi spesso assomigliamo a treni smaglianti di novità e di velocità, ma ci manca la corrente, ci manca la benzina. Preparare la strada significa, allora, dare a se stessi il tempo per Dio. Pregare è meditare la propria vita nella luce di Dio, che ha la forza di liberarci dallo smarrimento.
Il terzo masso sulla strada è l’egoismo che ci fa chiudere nel nostro bisogno. La crisi economica rischia di farci diventare ancora più egoisti, ancora più protesi a conservare le nostre sicurezze, a scapito di chi sta molto peggio di noi e si aspetta un po’ di comprensione e di solidarietà. Preparare la strada, allora, significa anche dare agli altri il tempo che daremmo a Dio, se fosse lui in persona a bussare alla nostra porta. Grandi e piccini possiamo imparare l’arte del sacrificio, che spesso è solo questione di sobrietà e di sapersi accontentare del tanto che già abbiamo. In fondo, Natale è la certezza che Dio abita stabilmente la carne dell’uomo, soprattutto quella più povera e bisognosa. Se vogliamo prepararci bene al Natale, ebbene, il povero è il nostro più veloce Frecciarossa per Dio!