Corriere di Como, 6 giugno 2017
Nella tarda serata di venerdì 2 giugno dalla basilica di Colle Don Bosco nell’astigiano è stata trafugata l’urna contenente la reliquia del cervello di San Giovanni Bosco. Dopo le prime indagini, svolte con grande riserbo, non è dato sapere se gli inquirenti seguano una pista ben precisa per cercare di comprendere il motivo di un gesto così sconsiderato e per recuperare la preziosa reliquia. L’ipotesi di una bravata – che pure è stata fatta – mi pare poco plausibile, anche se di gente senza cervello che possa pensare di rubare proprio il cervello di un santo ce n’è in giro tanta, purtroppo. Vendere la reliquia trafugata (magari su Internet, dove si trova un ricco campionario) pare impossibile, anche se il mercato delle reliquie sulla Rete è abbastanza fiorente e ci si meraviglia scorrendo il listino delle offerte con proposte ben oltre il limite del credibile e con prezzi anche molto elevati. Dovesse trattarsi di un furto su commissione, l’urna potrebbe finire in qualche salotto di collezionista di cose rare o più probabilmente impiegata per qualche rito satanista. Su alcuni organi di informazione è circolata pure l’ipotesi che il furto possa costituire uno sgarbo a papa Francesco, che ha origini astigiane ed è molto devoto al Santo salesiano. Non si può escludere questa eventualità, ma mi pare un po’ tirata per i capelli.
È più probabile che il trafugamento sia motivato dal proposito di guadagnarci qualcosa. Molto diffuse sono le cosiddette reliquie per contatto, che possono ingolosire migliaia di fedeli, che per credere hanno bisogno di avere tra le mani una sorta di amuleto (salvo poi accorgersi spesso che si tratta di una volgare patacca). Può essere che ai ladri, invece, non interessi tanto la reliquia, pur così significativa, quanto il prezioso reliquiario che la contiene, manufatto più facilmente commerciabile.
C’è da dire che l’interesse per le reliquie è al giorno d’oggi un fenomeno trasversale, che riguarda il mondo religioso ma anche il cosiddetto mondo laico: le aste battono, molto spesso a prezzi altissimi, vere e proprie reliquie dei vip del mondo dello spettacolo. Restando nell’ambito delle reliquie cristiane, la loro vendita, ancorché proibita, è stata sempre praticata, e nel Medioevo furono prodotte reliquie incredibili, come il «seme che Adamo seminò nel paradiso terrestre», il «latte della Madonna» (in numero e quantità così considerevoli, da far tuonare in una sua predica san Bernardino da Siena) o il «santo prepuzio» di Gesù (sarebbero ben 32 le località europee nelle quali è stata segnalata nei secoli la sua presenza). Per fortuna i tempi sono cambiati, e alcune di quelle reliquie sono provvidenzialmente scomparse. Ma la credulità popolare continua a mietere vittime. E anche San Giovanni Bosco – grande educatore e uomo che ha saputo coniugare l’intelligenza con la carità – può suscitare interesse. Bene ha fatto l’arcivescovo di Torino, mons. Nosiglia, a invitare «chi ha sottratto la reliquia a restituirla subito, senza condizioni». Vedremo se sarà ascoltato e se la reliquia trafugata tornerà al suo posto.