Colpo di testa 15 / La bufala del giorno più triste dell’anno

Corriere di Como, 17 gennaio 2017

Blue mondayL’hanno chiamato Blue Monday, e dovrebbe essere il giorno più triste dell’anno. Per fortuna è già passato (era ieri), ma qualcuno forse non lo sapeva ed ha passato un sereno e piacevole terzo lunedì di gennaio. Del resto, se la notizia che da qualche ora eravamo entrati nel cono d’ombra del Blue Monday non mi fosse stata data dal radiogiornale di prima mattina, giuro che avrei continuato a farmi la barba come gli altri giorni. Invece, ho spento il rasoio, mi sono seduto e, prendendomi la testa tra le mani, ho aderito al rituale di ingresso nel giorno più triste dell’anno… uscendone però subito con un bel sorriso stampato nello specchio!

Che si possa stabilire a priori per tutto il globo terrestre il giorno più deprimente dell’anno, individuandolo con un’equazione matematica che tiene insieme le condizioni metereologiche, il Natale ormai alle spalle e i sensi di colpa per le troppe spese fatte… beh, insomma, è troppo anche per un utente dal quoziente intellettivo inversamente proporzionale al quoziente emotivo. In effetti questa panzana del lunedì triste se l’è inventata una decina d’anni fa in Gran Bretagna – dove la ricorrenza sembra, però, essere presa molto sul serio – il canale televisivo di viaggi Sky Travel, nel quadro di una campagna pubblicitaria per promuovere crociere e viaggi in un periodo giudicato morto. Naturalmente, come ogni «bufala» che si rispetti, deve far riferimento ad un preteso studio scientifico: in questo caso sono i «complicati calcoli» di uno psicologo dell’Università di Cardiff (in realtà, un tutor di un Centro ad essa collegato). Una manciata di sabbia gettata negli occhi!

Mi preoccupa il crescente grado di credulità popolare, che non riguarda solo il popolino ma anche le classi medio e alto locate. Insomma, proprio quel target che già nel 2005 il canale tv, lanciando sul mercato il Blue Monday, voleva raggiungere, considerandolo come bacino di potenziali clienti. Credulità che diventa via via creduloneria. Scommetto che ieri qualcuno, vittima di un condizionamento comunicativo, ha cominciato a essere triste nel momento in cui ha appreso che era il giorno più triste dell’anno…

Mi preoccupa anche la banalizzazione che viene fatta di una problematica seria, la depressione, che colpisce tante persone, e purtroppo non solo il terzo lunedì di gennaio. La tristezza è diventata una malattia diffusa e insidiosamente nascosta in questo mondo di maschere, in cui siamo come costretti a far finta di essere vincenti e in cui le nostre fragilità sono guardate con sospetto. C’è bisogno, invece, di relazioni vere e di un’autentica comunicazione dei nostri disagi.

A proposito, gli stessi complicati calcoli matematici che hanno inventato il lunedì triste dicono che, per incrociare ogni anno il giorno più felice, bisogna aspettare un giorno tra il 21 e il 24 giugno. A me piace pensare che anche oggi vada bene. Anzi, andava bene anche ieri.

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