L’albero della vita è un simbolo di Expo 2015, che affonda le sue radici nel simbolismo culturale e religioso dell’umanità. Dice la necessità che la vita ha di essere incarnata per crescere e uscire da sé stessa nel colore della bellezza. Questo è il motivo per cui l’albero della vita è il titolo del mio libro, fresco di stampa, in cui condenso un percorso che ha interessato i miei studi e la mia riflessione negli ultimi cinque anni. La vita umana ha bisogno di splendere nell’orizzonte della bellezza e, per questo, deve accettare la sfida del desiderio che la attraversa sin dal primo vagito. Si può affermare certamente che desideriamo prima ancora di conoscere e di agire. Invece la potenzialità del desiderio viene spesso conculcata dallo strapotere della razionalità o resa inutilizzabile dalla melassa dell’emotività. Come scrivo nel mio libro: «Occorre valorizzare il motore del desiderio. Emarginato, perché fonte di turbamento, generatore di fantasia, fomite di peccato. Oppure, esaltato come liberatore della libido originaria, suggeritore della creatività, anima del progresso. Insomma, o diavolo o acqua santa, in estremismo dall’esito infausto. Occorre partire dal desiderio. Non come un “purtroppo” da esorcizzare e incatenare, e nemmeno come un “battitore libero” che agisce allo stato brado. il desiderio non è istinto cieco e nemmeno potenzialità rischiosa. E’ ragionevolezza del presente protesa al futuro, che cerca di valorizzare la vita nel suo essere essenzialmente carnale». Proprio come un albero che protende i suoi rami carichi di fiori e di frutti perché è radicato nel terreno e in quel terreno trova ogni volta l’energia per la sua rigenerazione.
Una presentazione del libro avverrà nell’ambito di Parolario 2015 a Villa Olmo venerdì 26 giugno 2015 alle ore 16.
Giovedì 2 luglio alle ore 20.45 terrò una relazione sul tema “Dalla creazione all’educazione. La vita, la bellezza, il desiderio”. nell’ambito dei seminari organizzati da FoodArt nella splendida cornice del Castello di Monguzzo.