«Ecco, io sono con voi»

SANTISSIMA TRINITÀ – Anno B

IMG_0569L’errore più grosso è pensare che la Trinità sia un problema dei teologi. Cioè, che noi crediamo in Dio e poi i teologi, bontà loro, riflettono sul mistero della Santissima Trinità. Detto in una parola: la Trinità è una complicazione che non s’addice ad una fede semplice. La Trinità, quindi, come un optional che non aggiunge nulla di essenziale, anzi che complica la vita? Un po’ come il navigatore satellitare sulla macchina: la macchina va ugualmente, basta che ci sia la benzina nel serbatoio… Sono purtroppo tanti coloro che la pensano così tra i cristiani. E si sbagliano, perché la Trinità è l’essenziale, è Dio così come ce lo ha raccontato Gesù Cristo, ed è una rivelazione importante che riguarda Dio e che riguarda l’uomo.

La pagina evangelica che abbiamo ascoltato è quella che chiude il vangelo di Matteo. Sicuramente la Trinità appare sulla bocca di Gesù in quelle parole che costituiscono per noi il «segno della croce», e cioè: «nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Già altre volte abbiamo riflettuto insieme su queste parole e su questo segno distintivo. Ma c’è un’altra espressione usata da Gesù, che dice perfettamente il mistero della Trinità divina: «Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». È l’ultima parola di Gesù. Ed è come una conferma storica della parola di Dio nell’atto di creare la donna come compagna dell’uomo: «Non è bene che l’uomo sia solo». Gesù conferma quella volontà divina di relazione che sta in principio, e la riempie con se stesso, presente fino alla fine del mondo.

La Trinità, dunque, ridotta all’essenziale di una fede semplice ma fondata su ciò che Gesù ci ha raccontato di Dio, sta tutta racchiusa in questa suprema parola del Risorto: «Io sono con voi». Essa è risposta ad un dubbio umano, e forse era proprio il dubbio degli undici discepoli invitati sul monte da Gesù. Il dubbio umano non riguarda tanto il rompicapo matematico di un Dio che è uno e insieme tre. Il dubbio umano riguarda la vicinanza reale di Dio: è davvero accanto a me, è davvero qui vicino a noi, in mezzo a noi? Quando nella vita veniamo raggiunti dalla fatica, dalla sofferenza per una malattia, dal dolore per un lutto magari improvviso e inspiegabile, allora è umano dubitare che Dio ci stia accanto. Se Dio è quello che credono tante religioni, è sicuramente un Dio potente, ma lontano. Se Dio è quello che ci ha raccontato Gesù, egli è certamente un Dio debole, ma vicino. «Ecco, io sono con voi»: questa è la promessa più grande che Dio possa fare all’uomo, e la fa da risorto, da uno che ha condiviso tutto della nostra umanità, compresa la morte, ma che è andato oltre nella vita che non finisce, e vi ha portato la nostra carne, per sempre. Questa promessa la può fare perché Egli stesso è compagnia, è comunione, è relazione, e ci assicura che si renderà per sempre presente e vicino nella compagnia, nella comunione, nella relazione, perché noi pure, da Lui creati in questo mondo, portiamo la sua immagine. Gli assomigliamo. La Trinità, quindi, non è solo la carta d’identità di Dio, ma è pure la nostra.

C’è, dunque, uno stile di vita che dovrebbe contraddistinguerci come cristiani, come discepoli della Trinità, e non come credenti in una divinità anonima o impersonale. Noi apprezziamo la differenza perché Dio è armonia perfetta della differenza. L’uniformità è antitrinitaria, perché l’armonia ha necessariamente bisogno di voci diverse. Il gesto tipico del cristiano, allora, è dare spazio all’altro nella comunione, ovvero nella consapevolezza che lo spazio che io do è in realtà la realizzazione del mio spazio come esistenza per l’altro; se quello spazio lo trattengo per me, esso perde il suo significato ed io stesso lo perdo e rischio di smarrire la mia identità. Siamo fatti così, nel profondo di noi stessi. La mamma dà uno spazio fisico dentro di sé alla nuova vita che le si forma in grembo, ma in realtà quello è il suo spazio vitale, quello spazio in lei c’è per donarlo: donandolo, è pienamente se stessa, e mentre esiste per un altro, realizza la sua identità. Non c’è in questo mistero così umano una immagine perfetta della vita trinitaria? Credo proprio di sì. Credo che il mistero della vita nascente sia quanto di più prossimo vi sia al mistero trinitario. La Trinità, quindi, non è una cosa per teologi. È una compagnia per gli uomini.

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One thought on “«Ecco, io sono con voi»

  1. La parola “Trinità” o meglio ripetendo varie volte La Trinità, avvertivo sempre qualcosa di freddo, di lontano perchè non riuscivo a cogliere il significato della Trinità. C’è un tempo nella vita che mi ha permesso di approfondire, grazie a Dio! ed è stato quando ho letto, in età adulta, il libro di Santa Caterina da Siena che valorizzava molto bene la Trinità. La Santa pregava così…….Potenza del Padre Eterno, aiutami. …….Sapienza del Figlio tuo, illumina il mio intelletto……..Clemenza dello Spirito Santo infiamma e unisci tutti i cuori a Te.
    Metto da parte lo stile antico dell’ Invocazione ma, mi piace pensare soprattutto al significato di vittoria contro le tentazioni al male che c’è parecchio ai nostri giorni. Si ricordi che Santa Caterina Da Siena aveva lottato parecchio per la città di Varazze in Liguria e guardi quanto bene c’è nelle Sue parole.Grazie!

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