TERZA DOMENICA DI QUARESIMA – Anno B
La terza tappa del nostro itinerario quaresimale seguendo il filo dell’alleanza è costituito dal dialogo che Dio instaura con Mosè. È a lui che Dio si rivolge con le parole che abbiamo ascoltato nella prima lettura e che costituiscono ciò che noi chiamiamo «Decalogo», i «dieci comandamenti». Ci viene subito spontanea una domanda: che cosa c’entrano i comandamenti con l’alleanza? Se ci pensiamo bene, non esiste un patto che possa funzionare senza un minimo di regole che i contraenti si impegnano a rispettare. I dieci comandamenti sono le regole di quella particolare alleanza che Dio ha stipulato con l’umanità attraverso la mediazione di Mosè. Siccome tale alleanza riguarda tutta quanta la vita, il Decalogo passa in rassegna gli ambiti fondamentali della vita umana: Dio, la famiglia, la società, il culto, la sessualità, il matrimonio, l’uso dei beni terreni, il lavoro, l’amore per la verità. La vita è affrontata nella sua complessità senza dimenticare nulla, e così le «dieci parole» che Dio rivolge al suo popolo sono le regole per affrontare la complessità della vita. Facciamo un esempio, per comprendere questo fondamentale rapporto tra l’alleanza e i comandamenti. Quando acquisto un nuovo elettrodomestico, per fortuna c’è il libretto delle istruzioni, e chi me lo ha venduto mi ha sicuramente invitato a leggere le istruzioni prima di collegare la macchina alla corrente e di accenderla. Se rovino la macchina, con un uso imprudente e sconsiderato e senza dare ascolto alle istruzioni, non ho nemmeno diritto alla garanzia e al risarcimento del danno. Insomma, quel libretto di istruzioni è la parte più importante del mio acquisto, perché mi aiuta ad utilizzare correttamente l’elettrodomestico. Ecco: i dieci comandamenti sono le istruzioni per un uso corretto della vita, per un giusto comportamento con Dio, con se stessi, con il prossimo e con il mondo. Davvero il Decalogo è il libretto di istruzioni dell’alleanza tra Dio e l’uomo. Se usiamo la macchina della vita senza rispettare le istruzioni contenute nei dieci comandamenti, corriamo il serio pericolo di rompere l’equilibrio della vita nostra, dei nostri simili e dell’intero creato.
L’obiezione che solitamente si fa ai comandamenti è che essi limiterebbero la libertà dell’uomo. Il mondo è lì a dimostrare il contrario, e cioè che, dove non esistono regole, regna la confusione, non la libertà! Comunque sia, il Decalogo biblico è inserito precisamente nel contesto della liberazione di un popolo dalla schiavitù ed è offerto da Dio come aiuto a quel popolo per mantenersi nello stato di popolo libero. I comandamenti sono le parole di un Dio liberatore ad un popolo liberato. Dio aiuta il suo popolo attraverso una legge e il popolo di Dio risponde con l’obbedienza. I comandamenti sono un aiuto di Dio affinché l’uomo possa essere pienamente se stesso, e possa essere libero, e possa garantire anche la libertà degli altri, non solo la propria. La legge è il modo concreto in cui può esistere la libertà di un popolo e non solo la libertà di un individuo. Infatti, il Decalogo inizia con una prima parola assai significativa, che è la base ed il sostegno delle altre nove: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile». È come se Dio assicurasse che il primo a contrarre il patto è proprio Lui: «Io vi ho già liberato – dice Dio – ma se volete continuare ad essere liberi, comportatevi così, state entro questi fondamentali paletti, altrimenti perdereste la vostra libertà e trascinereste anche gli altri nello stesso baratro!». Sono le parole accorate non di un legislatore freddo che vuole mettere ordine tra i suoi sudditi, ma quelle di un padre buono cui sta a cuore il bene dei suoi figli.
Ecco spiegato, allora, il significato dell’«obbedienza», con cui l’uomo è chiamato a rispondere alla legge data da Dio. La libertà umana non nasce dal fare quello che si vuole, ma dal fare quello che Dio vuole. La libertà è il frutto quotidiano e paziente di una responsabilità, comunque faticosa, perché è necessario rispettare delle regole per essere liberi insieme, ed è importante che queste regole siano quelle fondamentali (e tali sono i comandamenti). Domanda: e se la nostra insoddisfazione di fronte alla vita, dipendesse proprio dal fatto che siamo diventati disobbedienti?