Se Halloween ormai è… come Natale!

Domani è il 31 ottobre. Ma allora è Halloween! No, è solo il 31 ottobre, la vigilia della solennità cristiana di Tutti i Santi. Lo so che sono rimasto, con pochi altri, a pensarla così, ma non provo alcun disagio e tanto meno vergogna. Ecco il mio commento, apparso questa mattina, nell’edizione del 30 ottobre del Corriere di Como

«Ormai la festa di Halloween è come Natale. Arriva puntuale, senza invocarla: sta nel calendario, ma prima ancora nella pubblicità del supermercato. Tipica ricorrenza consumistica con tutti i vantaggi economici (per chi vende) e tutti i rischi di fregatura (per chi compra). Insomma, se la mettiamo su questo piano, è quasi inutile parlarne. Inutile entusiasmarsi, per chi è a favore, ma inutile anche fare crociate, per chi si straccia le vesti e vede la notte delle streghe come il covo della perversione. Operazioni destinate al fallimento, visto che Halloween è salito di diritto sull’unica macchina che continua a funzionare bene e da sola nel nostro tempo (per il resto segnato dalla crisi), quella del divertimento. Ci fosse un briciolo di spessore culturale si potrebbe benissimo impostare – se non una teologia – almeno una brillante filosofia anti-Halloween. Ma è tempo sprecato, perché – ed è questo per me l’aspetto più fastidioso – la festa della zucca è ormai entrata nelle scuole, e vi è entrata con onore dalla porta principale, accolta benevolmente dal corpo docente, sdoganata con una facilità (direi quasi una leggerezza) di cui non ha goduto nessun’altra manifestazione culturale o religiosa (perché, non dimentichiamocelo, l’origine di Halloween sta nella religione celtica). L’ingresso di Halloween nella scuola si direbbe quasi un miracolo della laicità… al contrario. Ma – mi ha spiegato un’insegnante con tono di assoluta serietà – Halloween a scuola c’è solo perché fa parte del programma di inglese, mica è una pagliacciata o un’occasione per inscenare un altro carnevale. Ho detto io: e perché non inserirla anche nei programmi di storia o di religione? L’insegnante sembrava entusiasta… D’altronde, non mancano nemmeno schiere di genitori che si travestono anche loro… per accompagnare i bambini. Le famiglie che riescono a sottrarre i figli alla notte di “dolcetto o scherzetto” si contano ormai sulle dita di una mano… Del resto, che cosa c’è di male? Perché dire di no ad un innocuo giretto tra le case per rimpolpare la scorta di dolciumi? Ecco: è il vuoto educativo il vero ed unico terreno di coltura (e di successo) di Halloween. Se avessi dei figli, me li terrei in casa la sera della vigilia di Ognissanti. Siccome non li ho, me ne sto in casa io, e non accendo né la zucca né un lumino alternativo sul davanzale. Perche poi? Io, il 1° novembre, festeggio altro e ho il diritto di credere che sia più salubre e anche meno noioso di Halloween».

2 thoughts on “Se Halloween ormai è… come Natale!

  1. Francesco Gropelli | 31 ottobre 2014 alle 20:11
    Halloween. Ho letto il suo commento sul Corriere di Como di oggi. Ieri sera alla radio ho sentito altri commenti al riguardo ed è stato anche detto un una trasmissione radiofonica da Don Leonardo Pompei che la Festa di Ognissanti è stata spostata dalla Chiesa al 1 Novembre per contrastare questa celebrazione pagana.
    Corrisponde a verità quanto riferito dalla trasmissione radiofonica?
    La ringrazio in anticipo

    agostinoclerici | 31 ottobre 2014 alle 22:03
    L’affermazione di don Leonardo corrisponde al vero, ma va contestualizzata. La ricorrenza del Capodanno celtico cadeva il 1° novembre ed era una festa radicata nella civiltà contadina dei paesi anglosassoni, in quanto segnava il passaggio dalla stagione dei lavori nei campi alla stagione del riposo. Questo spiega perché venisse celebrata ancora all’inizio del Medioevo. Fu l’episcopato franco a istituire la festa di Ognissanti il 1° novembre con lo scopo di cristianizzare la ricorrenza di origine celtica (siamo nell’VIII secolo). A Roma si celebrava una festa che assomiglia a quella di Tutti i Santi il 13 maggio a ricordo della dedicazione del tempio pagano del Pantheon a basilica intitolata alla Vergine Maria e a tutti i martiri (avvenuta nel 610). Solo gradatamente la festa del 13 maggio venne sostituita in tutto l’Occidente dalla festa del 1° novembre, resa obbligatoria solo nel 1475. Come si può vedere – e la cosa vale in un certo senso anche per il Natale – i cristiani costruiscono il loro calendario cercando di sostituire e talvolta valorizzare feste già presenti, innestando però una novità dirompente connessa alla persona di Gesù Cristo, Dio fatto uomo. Non c’è nulla di strano in questa dinamica. Il problema è che l’Halloween americana che si celebra da noi ha perduto ogni significato religioso, mantenendo solo uno sfondo di paganesimo e di banale spiritismo: è semplicemente un carnevale d’autunno, dai colori macabri e dalla valenza unicamente commerciale. Cioè: non si tratta di un ritorno dell’antica valenza religiosa del Capodanno celtico, così come la festa dei Santi ha poco a che fare – se non la coincidenza della data – con il contenuto dell’antica festa celtica. Semmai non è escluso che il fenomeno commerciale di Halloween sia da qualcuno sfruttato come grimaldello di scristianizzazione, anche se mi pare, invece, certo che il suo successo è un segnale abbastanza evidente che i primi a scristianizzarsi (in un certo senso) sono i cristiani stessi, così poco preoccupati delle proprie tradizioni e dei propri valori e così facilmente propensi a celebrare una ricorrenza insensata.

  2. Avvicinarsi con rispetto a culture, religioni e tradizioni differenti dalle proprie è la ricetta migliore per capire il mondo che ci circonda. Io, però, non festeggio Halloween.

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