Camicia bianca e straccio

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(Foto AC) La vista sul lago di Lucano. In fondo la Piana di Magadino. In primo piano Ascona

Ancora una parabola. Con il linguaggio parabolico di Gesù, avverto ancora di più il rischio che il suo universo simbolico sia poco comprensibile per l’uomo di oggi. Ad esempio, «fariseo» e «pubblicano» sono due categorie sociali che non esistono più, ma noi ci ostiniamo ad ascoltare la parabola, cercando di incastrare l’insegnamento vitale di Gesù in un contesto che è morto. Così possiamo pensare che noi nella parabola non ci siamo.

Io, allora, ribalto tutto. Non dobbiamo recitare né la parte del fariseo né quella del pubblicano: essi sulla scena rappresentano due tipi di persone, due tipi di cristiani. E addirittura potrebbero essere anche due aspetti di ciascuno di noi e rappresentare la contraddizione che ci abita nel profondo. Provo a costruire la sceneggiatura della parabola, cambiando e attualizzando prima di tutto la scena.

C’è una donna che non sale in chiesa a pregare, ma che scende nella sua casa a riordinare l’armadio in cui sta la cassettiera con la biancheria delle grandi occasioni. Non la userebbe mai per pulire il pavimento; per quello ci sono gli strofinacci logori e sfilacciati che arrivano a scovare il sudiciume fin negli angoli più nascosti. Gli stracci non andranno mai nel cassettone della biancheria pulita.

Se potesse parlare, la camicia bianca da mettere con i gemelli ai polsi parlerebbe più o meno come il fariseo. Lo straccio immerso nel secchio ove l’acqua è già sporca non oserebbe nemmeno guardarlo, il cassettone. Ebbene – ipotetica attualizzazione della parabola – ci sono i cristiani del tipo «biancheria pulita» e quelli del tipo «stracci». I primi sono magari bravi, ma non sempre umili e spesso si attribuiscono il merito di ciò che è riuscito bene. I secondi sono consapevoli delle loro incapacità e in silenzio sanno mettersi in ginocchio.

Dio ha bisogno di loro se vuole incunearsi negli angoli dove lo sporco si annida. Ma non disdegna il contributo dei bravi cristiani, a patto che non disprezzino gli altri. Per finire la parabola, cancellerei i due gruppi di cristiani. Perché ognuno di noi dovrebbe essere umile nel suo servizio al Vangelo. Essere camicia bianca e straccio.

2 thoughts on “Camicia bianca e straccio

  1. Bene è , ascoltando o leggendo la Parola, chiederci chi siamo noi in quel contesto, o meglio dove siamo. Prezioso suggerimento visto che ciò che è stato detto vale anche per noi. Il nostro atteggiamento cambia a seconda di come intendiamo il nostro rapporto con Dio: una serie di obblighi dovuti ( da uomini religiosi) o la risposta ad un dono gratuitamente ricevuto ( uomini di fede).

  2. Scrive don Agostino, attualizzando la parabola, al fine di evitare che pensiamo di non esserci nella parabola: “Non dobbiamo recitare né la parte del fariseo né quella del pubblicano: essi sulla scena rappresentano due tipi di persone, due tipi di cristiani. E addirittura potrebbero essere anche due aspetti di ciascuno di noi e rappresentare la contraddizione che ci abita nel profondo.” Il chiaro esempio della camicia bianca e dello straccio ci fa comprendere che da cristiani dobbiamo essere camicia bianca e straccio, rappresentando la nostra profonda contraddizione. Non è così facile. E’ indispensabile essere umili nel servizio. Tino  

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