Dio si è fatto vicino

QUATTORDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C

Foto di 👀 Mabel Amber, who will one day da Pixabay

Quelle che possono sembrare delle regolette pratiche per organizzare la missione, sono in realtà una trascrizione molto concreta – incarnata – del modo di essere di Dio nella storia. Sono settantadue i discepoli: un numero simbolico per indicare la totalità delle nazioni e che il messaggio è rivolto proprio a tutti.

Quale messaggio? Si direbbe che è scarno ed essenziale e deve essere lasciato a tutti, quelli che accolgono e quelli che rifiutano: «È vicino a voi il regno di Dio». Che cosa vuol dire? «Guarda che Dio si è fatto vicino, si lascia incontrare in una vicenda umana, in una vita, in quella di Gesù, volto del Padre, e nella nostra vita, di noi mandati ad annunciarla!». E perciò mandati a due a due, perché che Dio si è fatto vicino bisogna dirlo e farlo anche vedere, e bisogna essere in due per testimoniare che una cosa così grande – Dio fatto uomo, Dio fatto amore – è vera, è avvenuta e continua ad accadere.

Noi pensiamo subito a due preti o a due suore, che di mestiere fanno quello. Perché invece non pensare a una coppia di sposi, chiamati a far vedere nel loro amore come Dio continua ad amare l’umanità? L’importante è riconoscere che, in qualunque stato ci troviamo, noi siamo il veicolo di Dio nella storia, lo strumento che permette a Dio di realizzare il suo sogno di raggiungere, con un volto umano, tutti gli uomini e le donne del mondo e della storia.

L’incarnazione è il metodo scelto da Dio per farsi conoscere e amare. Non è il più infallibile. Avrebbe potuto mostrarsi nella luce abbagliante della sua divinità e chi avrebbe osato resistergli? Ha scelto di rivelarsi – e insieme di nascondersi – nella via dell’umanità, esponendosi al rischio del rifiuto. È talmente vicino che può essere accolto perché è vicino, è umano. Ma può anche essere rifiutato, e per lo stesso motivo, perché è troppo vicino, troppo umano. Se Gesù è l’agnello di Dio mandato sulla terra, non vi è altra strada per continuare la sua missione che essere agnelli mandati in mezzo ai lupi. Forse non ci siamo ancora resi conto che prestare a Dio il nostro volto umano è l’unico modo per essere cristiani!

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3 thoughts on “Dio si è fatto vicino

  1. Dio si è fatto vicino. Scrive con chiarezza don Agostino. “È talmente vicino che può essere accolto perché è vicino, è umano. Ma può anche essere rifiutato, e per lo stesso motivo, perché è troppo vicino, troppo umano.” E’ solo la religione cristiana che ha Dio fatto vicino, Dio fattosi uomo. Forse per questo dall’individualismo post-moderno è tanto rifiutato! E’ quindi nostra responsabilità di essere il veicolo di Dio nella storia umana…

  2. Ancora una volta Gesù vuole entrare nelle nostre storie sommessamente, in tono feriale. In pieno rispetto della nostra libertà, non vuole imporsi. Così ci mostra anche il ” modo” della missione, dei nostri rapporti reciproci. Se mi vuoi, ci sono; se non mi vuoi, me ne vado, senza rancore. Il dono può essere condiviso oppure rifiutato. E il dono più immediato è proprio la certezza di una presenza dinamica, che ci accompagna e ci capisce e ci accetta così come siamo, ogni giorno.

  3. Padre Giovanni Vannucci dell’Ordine dei Servi di Maria, ritiratosi nel 1967 all’Eremo di San Pietro alle Stinche nel Chianti, usava dire nell’omelia della XIV domenica del tempo ordinario: “L’annunciatore deve essere infinitamente piccolo, solo così l’annuncio sarà infinitamente grande” Noi potremmo essere quindi un “piccolo” veicolo di Dio, nella certezza di una presenza dinamica che ci accompagna ogni giorno…

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